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Rassegna Stampa

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27
set

Amazon: l’antitrust USA fa scattare l’accusa di di monopolio contro il gigante dell’e-commerce

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

L’antitrust americano fa scattare la sua offensiva contro Amazon, accusata di danneggiare rivali nel commercio elettronico, rivenditori sulla sua stessa piattaforma e consumatori. La Federal Trade Commission (Ftc), guidata da Lina Khan e affiancata da 17 stati del Paese a cominciare da New York, ha presentato denuncia in tribunale nei confronti del colosso dell’e-commerce e di Internet per quella che ha apostrofato come condotta illegale e anti-concorrenziale. «Amazon è un’azienda monopolista – ha affermato Khan – E sta sfruttando i suoi monopoli con modalità che vedono consumatori e venditori pagare di più per servizi peggiori». Il ricorso non invoca da subito un breakup del gruppo, piuttosto ingiunzioni permanenti contro un ventaglio di pratiche messe sotto accusa al fine «di ripristinare la concorrenza». In gioco se avrà successo, avvertono tuttavia gli analisti, potrebbe essere una radicale trasformazione dell’impero di Amazon. Il titolo in Borsa ha ceduto oltre il 3 per cento. Di sicuro l’azienda ha reagito duramente: ha accusato la Ftc di «drastico scostamento» dalla tradizionale missione di proteggere i consumatori. «Se la Ftc interferisce – ha affermato il capo dell’ufficio legale David Zapolsky – il risultato sarà meno prodotti tra i quali scegliere, prezzi più alti, consegne più lente e opzioni ridotte per i piccoli business, il contrario di ciò che la legge antitrust ha quale obiettivo». La Ftc ha messo nero su bianco una visione di Amazon agli antipodi con quella dipinta dall’azienda. «Il ricorso odierno chiede che sia ritenuta responsabile di pratiche monopolistiche e chiede di ricreare la promessa dimenticata d’una concorrenza libera e corretta», ha asserito Khan. Nel mirino ha messo quelle che ha definito «tattiche punitive e coercitive» utilizzate dal gruppo. Perché Amazon, ha continuato, «sfrutta il suo potere monopolistico per arricchirsi», mentre in realtà «alza i prezzi e peggiora i servizi per i suoi consumatori». Khan ha aggiunto che l’azienda «è fermamente dedicata a impedire che altri possano conquistare una massa critica di consumatori». Il ricorso, ha assicurato, riflette «le migliori analisi sulla concorrenza nei mercati digitali e sulle tattiche che Amazon ha usato per soffocare rivali, privarli di ossigeno e lasciare un panorama sottosviluppato al suo passaggio».1995, fino a diventare oggi il secondo datore di lavoro aziendale negli Usa con attività estese da onnicomprensivo “supermercato” digitale (cattura il 40% dello shopping online) a servizi cloud e intelligenza artificiale, forte di un giro d’affari da 500 miliardi di dollari l’anno e di una market cap da 1.300 miliardi. Guidata dal Ceo Andy Jassy che ha preso le redini quotidiane dal fondatore Jeff Bezos, adesso è però diventata anche l’ultima delle Big Tech alle prese con la Ftc, preoccupata del loro crescente strapotere. L’Authority federale ha già in corso un processo contro Google per il suo dominio nei motori di ricerca. Ha fatto scattare un assalto a Meta. E di recente aveva cercato, senza riuscirvi, di bloccare l’acquisizione nei videogiochi di Activision da parte di Microsoft. Il nuovo caso era però forse il più atteso, per storia e ramificazioni. Khan aveva destato scalpore fin da quando, ancora all’università di Yale, nel 2017 aveva pubblicato uno studio dedicato proprio ad Amazon nel quale proponeva inedite, più ampie e aggressive interpretazioni della dottrina anti-monopolio, al passo con l’era dei giganti tecnologici. In seguito era stata tra gli autori di un approfondito rapporto congressuale su Big Tech nel 2020 che apostrofava Amazon, in senso negativo, come «guardiano del commercio elettronico». L’accusa identifica in particolare numerose possibili violazioni ai danni di venditori online e per favorire servizi e prodotti targati Amazon. Il gruppo avrebbe impedito a commercianti sulle sue piattaforme di offrire prezzi inferiori su marketplace concorrenti. Li avrebbe costretti ad acquistare propri servizi di logistica per esser parte delle offerte Prime. Promuoverebbe inoltre nelle ricerche sulla piattaforma i propri prodotti, discriminando contro quelli di terzi. La Ftc ritiene anche che le commissioni di Amazon siano così alte da divorare metà di quanto incassato dai rivenditori, che contano per il 60% dei prodotti ordinati dai consumatori. La posizione dominante avrebbe di fatto obbligato i venditori ad accettare scelte e termini stabiliti da Amazon, contribuendo in questo modo sia ai prezzi artificialmente più elevati che ai peggiori servizi per i consumatori denunciati dalla Ftc.

FONTE  Sole24ore

26
set

transizione: la UE sterza ancora, rinviato di due anni regolamento Euro7

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

Le frenate sui tempi della transizione  da parte degli organismi comunitari (Parlamento, Consiglio dell’UE), preoccupati dalla concorrenza cinese, continuano. L’organo della Comunità europea ha approvato il nuovo regolamento, stabilendo per i mezzi pesanti limiti di emissione inferiori e condizioni di prova leggermente adeguate rispetto alle norme Euro 6 (graziate auto e furgoni). Tuttavia, nella proposta vengono rinviati di circa due anni i tempi di adozione della nuova normativa, garantendo più tempo alle aziende nella riconversione verso la transizione green sia per i veicoli leggeri sia per i pesanti. Il nuovo regolamento, che include nel campo di applicazione di un unico atto giuridico autovetture, furgoni e veicoli pesanti, mira a stabilire regole più appropriate per ridurre ulteriormente le emissioni di inquinanti atmosferici prodotte dal trasporto su strada. La proposta  è stata votata a larga maggioranza dagli altri Paesi Ue, con una minoranza costituita da Germania, Austria, Lussemburgo e Danimarca, Paesi Bassi, astenuti,  fissa secondo il Consiglio «Livelli realistici di emissioni per i veicoli del prossimo decennio» e comporta «un equilibrio nei costi di investimento dei fabbricanti e un miglioramento dei benefici ambientali derivanti dal regolamento». La proposta è stata votata a larga maggioranza dagli altri Paesi Ue, con una minoranza costituita da Germania, Austria, Lussemburgo e Danimarca, Paesi Bassi, astenuti. L’orientamento generale del Consiglio mantiene i limiti di emissione e le condizioni di prova per i veicoli leggeri attualmente applicabili. Nel caso dei veicoli pesanti, invece, i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adeguate. Nel nuovo Euro 7 in particolare, vengono fissati limiti per le emissioni diverse da quelle dallo scarico, come il particolato emesso dai freni e dagli pneumatici. Si introducono inoltre prescrizioni prestazionali minime per la durabilità della batteria nelle auto elettriche e vengono imposte prescrizioni più rigorose per la durata di vita dei veicoli. Il regolamento prevede infine l’uso di tecnologie avanzate e di strumenti di monitoraggio delle emissioni. Il Consiglio ha proposto una serie di modifiche pragmatiche alla proposta della Commissione: le condizioni di prova e i limiti di emissione attualmente applicabili (stabiliti nell’Euro 6) sono mantenuti per i veicoli M1 e N1 (autovetture e furgoni privati); nel caso dei veicoli M2 e M3 (autobus e pullman) e dei veicoli N2 e N3 (veicoli commerciali pesanti), i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adeguate rispetto alle norme Euro 6/VI; è rafforzato l’allineamento dei limiti di emissione di particolato dai freni dei limiti del tasso di abrasione degli pneumatici con le norme internazionali adottate dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite; sono fissate scadenze chiare per l’adozione di atti di esecuzione (da parte della Commissione) al fine di garantire agli operatori economici chiarezza e certezza del diritto. Ma la novità di maggior rilievo, frutto di una lunga trattativa, riguarda l’estensione del periodo entro il quale le nuove disposizioni saranno applicate. Per i veicoli commerciali pesanti si prevedono 48 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento per i nuovi modelli e 60 mesi per i veicoli nuovi di modelli esistenti già omologati. Per auto e furgoni rispettivamente da 24 si è passati a 30 mesi per i nuovi modelli e a 42 mesi per le nuove immatricolazioni di modelli esistenti già omologati. Per auto e furgoni la proposta iniziale della Commissione indicava rispettivamente metà 2025, per i veicoli pesanti metà 2027, periodi più corti. Per i piccoli costruttori le norme Euro 7 si applicherebbero infine dal primo luglio 2030 per auto e furgoni, dal primo luglio 2031 per i veicoli pesanti. Tutto quanto scritto sopra sarà negoziato con il Parlamento UE che già di suo ha espresso tendenze di questo tenore.

 

 

22
set

Sole24 ore: il punto sui 300 milioni per il credito d’imposta

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento
La fetta maggiore di risorse dei 300 stanziatio, pari a 200 milioni, è riservata alle imprese di autotrasporto merci per conto terzi, mentre altri 85 milioni sono destinati alle imprese di autotrasporto merci in conto proprio. I rimanenti 15 milioni vanno alle imprese di trasporto su strada di persone. Sono previste tre finestre per accedere ai fondi, secondo quanto stabilito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha tracciato le modalità di presentazione delle istanze e i cui avvisi sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale 207 del 5 settembre 2023. Non è un click-day: in caso di richieste superiori agli stanziamenti, i contributi saranno proporzionalmente ridotti in modo da soddisfare tutte le istanze ammissibili. I contributi sono concessi nell’ambito del Quadro temporaneo di crisi e transizione per misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia, a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Il credito di imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano a oggetto i medesimi costi, a condizione che questo cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionalesulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto. L’istanza è presentata dai beneficiari solo attraverso la piattaforma predisposta dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Autotrasporto in conto proprio

Il credito d’imposta è riconosciuto alle imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, esercenti le attività di autotrasporto merci in conto proprio, secondo quanto disposto dall’articolo 14, comma 1, lettera a), Dl 144/2022 e successive modifiche. Il contributo è riconosciuto nella misura massima del 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre dell’anno 2022 e nel limite complessivo di spesa di 85 milioni, per l’acquisto di gasolio impiegato in veicoli, di categoria euro V o superiore, di massa complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate, al netto dell’Iva, comprovato con relative fatture d’acquisto. La piattaforma è operativa dall’11 settembre fino a venerdì 29 settembre.

Autotrasporto in conto terzi

Questa misura attua l’articolo 1, commi 503 e seguenti, della legge 197/2022, prevedendo un credito d’imposta per le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia esercenti le attività di autotrasporto merci per conto terzi. La piattaforma, aperta dal 18 settembre, chiuderà il 6 ottobre.

Il contributo è riconosciuto nella misura massima del 12% della spesa sostenuta nel secondo trimestre 2022 e nel limite complessivo di spesa di 200 milioni.

L’agevolazione è calcolata sull’acquisto di gasolio impiegato in veicoli, di categoria euro V o superiore, di massa complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate, al netto dell’Iva, comprovato con relative fatture d’acquisto.

Trasporto persone su strada

Questo credito d’imposta è rivolto alle imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia che effettuano servizi di trasporto su strada di persone , in attuazione di quanto disposto dall’articolo 14 comma 1, lettera b), Dl 144/2022 e successive modifiche.

Il contributo è riconosciuto nella misura massima del 12% della spesa sostenuta nel secondo semestre del 2022 e nel limite complessivo di spesa di 15 milioni, per l’acquisto di gasolio impiegato in veicoli, di categoria euro V o superiore, al netto dell’Iva, comprovato con relative fatture d’acquisto. Le domande possono essere presentate dal 14 settembre fino al 4 ottobre.

Sole24 ore

22
set

Soe24ore suTransizione: Gli Inglesi spostano le date e l’UE comincia ad avere dubbi

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento
Qualche scossone di assestamento, un accenno di pensiero critico sull’Ice ban, il bando alla vendita delle auto con motore a combustione interna, con qualcuno che vede crepe in un fronte, quello dell’all-in sulle elettriche, che pareva monolitico. Nelle ultime settimane qualcosa si è mosso (e non è detto sia un bene). Prima Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che dopo aver spinto sulla transizione a batterie si è accorta che è stato fatto un favore ai cinesi (azzerando il gap competitivo),

si è accorta che è stato fatto un favore ai cinesi (azzerando il gap competitivo), poi il primo ministro inglese, Rishi Sunak, ha frenato (ma questo non vuol dire un’inversione di rotta) sul bando alle termiche, spostando la data al 2035 e non più al 2030 (forse troppo vicina), allineandosi, alla fine dei conti, con quella totemica data Ue del 2035 che segnerà la fine dei motori termici.

Una data scolpita su pietra fino a qualche settimana fa (anche se qualche prodromico segnale si era gia visto prima). Beninteso, è decisamente improbabile (salvo ribaltoni alle Europee del 2024) che la data del 2035 venga cancellata, ma ora – forse – è arrivato il momento della riflessione sulle scelte fatte, sui tempi e sulle esigenze di un comparto industriale strategico che ha investito, perché obbligato, cifre vicine ai 700 miliardi per un mercato la cui domanda è sostanzialmente non allineata all’offerta di un’industria che vive in un mondo diverso da quello della politica. Va detto che se in Europa le elettriche sono a quota 15% in Italia e in altri paesi lo share è ben inferiore circa il 5%). Le motivazioni sono tante e nella questione rientrano questioni economiche, culturali e geografiche. In ballo c’è anche l’enorme confusione tra emissioni climalteranti (quelle che contribuiscono al riscaldamento globale) e emissioni di NOx e polveri che impattano sulla qualità dell’aria che sono al centro della complessa questione Euro 7, con normative che sembrano scritte dal partito ombra anti-auto europeo (e osteggiate dai costruttori perché antieconomiche e dannose). E così mentre nel board della case si guardano dati di vendita con preoccupazione perché è sempre più palese che “elettrico uguale Tesla”, che le bev europee al momento non conquistano i cuori dei clienti, che c’è tanto lavoro da fare (software e reti) mentre i cinesi avanzano (e molte Tesla sono made in China). «Il dietro-front di Sunak, che ha spostato in avanti (per ora) il divieto alla vendita di auto termiche dal 2030 al 2035 – dice Pier Luigi del Viscovo Fondatore e Direttore del Centro Studi Fleet&Mobility – scuote l’industria automobilistica europea, perché materializza ciò che è nell’aria da tempo anche in Continente. Ossia che non ci sarà alcuno stop per la semplice constatazione che i clienti non lo vogliono. Del resto anche Luca de Meo, numero uno di Renault e presidente Acea, l’associazione dei costruttori, ha già avvisato che «indietro non si torna». E ha perfettamente ragione – dice del Viscovo: «La storia e l’economia non tornano mai indietro. Nessuno ha scherzato, nel senso che queste cose si fanno sul serio. Nel bene e nel male. Quanto le case hanno fatto finora esiste, come investimenti, e graverà sui bilanci».Basti pensare alle nuove piattaforme per le EV, ai tanti modelli elettrici europei lanciati e corso di introduzione, alle gigafactory in costruzione e alle infrastrutture di ricarica che si stanno realizzando. Molti gruppi, anche inglesi come JLR, hanno già deciso un passaggio all’elettrico in date che vanno dal 2025 al 2030, tutti i principali nuovi lanci riguardano modelli a batterie e non si può fermare un aereo al decollo, quando ha raggiunto la velocità “V2 Rotate”, quella del non ritorno. E, poi, l’automotive lavora per cicli lunghi. «L’industria dell’auto – afferma Pier Luigi del Viscovo – non è un agile motoscafo ma un Titanic. Il problema è che questa nave si è lasciata guidare dalla politica, che non ha mai portato una nave e mai dovrebbe, su una rotta che va incontro all’iceberg chiamato mercato, quei clienti che per tante ragioni non vogliono girare a pile. Tornare indietro non si può, ma nemmeno andare a sbattere sull’iceberg. Per non colare a picco la rotta dovrà cambiare, e pazienza se qualche fiancata struscerà sul fianco della montagna di ghiaccio». È stata messa in moto una macchina enorme tesa al cambiamento: in gioco c’è la prima industria del continente europeo e il suo futuro fatto di software e innovazione, in una sfida tecnologica con Tesla e i cinesi che le nuove tecnologie della mobilità le padroneggiano molto bene. Non ha a caso i vertici dei potenti sindacati del gruppo le padroneggiano molto bene. Non ha a caso i vertici dei potenti sindacati del gruppo Volkswagen temono che stia arrivando una tempesta perfetta distruttiva , mentre molti osservatori ricordano la brutta fine di Nokia quando Apple con l’iPhone e Google con Android rivoluzionarono il mondo dei cellulari, che però è poca cosa rispetto al ruolo economico e sociale dell’industria automotive. «Strillare invocando la coerenza della politica – afferma Pier Luigi del Viscovo – appare francamente puerile, anche perché sappiamo bene che non è il divieto nel 2035 a togliere il sonno bensì le multe, che dal 2020 falcidiano i bilanci per non vendere quelle auto che il mercato non vuole. I concessionari temono che dovranno targarle lo stesso a fine anno, come km0. Se grida devono essere, che siano per rimuovere questa spada di Damocle, che sta contribuendo a tenere basse le vendite per corrispondere a un mix irrealistico».

Sole24ore

21
set

Sole24ore: Emissioni auto, pressing per spostare le scadenze Ue

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento
Si sta rivelando particolarmente complessa la trattativa tra i Paesi membri sulle nuove regole relative alle emissioni nocive delle auto, note con l’espressione “Euro 7” e presentate dalla Commissione nel novembre scorso. La presidenza spagnola dell’Unione europea sta lavorando a un compromesso da utilizzare poi nelle successive trattative con il Parlamento europeo. Il negoziato diplomatico prosegue mentre la Gran Bretagna annuncia una drastica revisione dei propri obiettivi ambientali.

Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, il compromesso spagnolo sposterebbe in avanti le scadenze entro le quali applicare le nuove regole. Attualmente sono metà 2025 per le auto e metà 2027 per i camion. Il testo presentato da Madrid stabilisce che le auto e i piccoli autocarri dovranno adeguarsi alle nuove regole 24 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento, mentre autobus e autocarri di peso superiore a 3,5 tonnellate avrebbero 48 mesi di tempo. Evidentemente, anche la data dell’entrata in vigore fa parte della trattativa.

Nonostante l’allentamento proposto dalla Spagna, alcuni Paesi stanno premendo per scadenze ancora più lontane. «Questi governi ritengono che il rapporto tra i costi di investimento e i benefici ambientali derivanti dal regolamento proposto sarebbe sproporzionato», si legge nella bozza di compromesso preparata da Madrid. La posizione negoziale da utilizzare poi nelle trattative con il Parlamento va approvata in Consiglio alla maggioranza qualificata.

Secondo le informazioni raccolte, tra i Paesi che chiedono soluzioni meno impegnative ci sarebbero l’Italia, la Croazia, la Bulgaria, la Polonia, la Slovacchia. Anche la Francia non è felice, ma la sua posizione sarebbe meno rigida. «In un contesto nel quale le case automobilistiche stanno investendo molto nell’auto elettrica, le richieste della Commissione europea appaiono eccessivamente costose», spiegava ieri un negoziatore. Le discussioni riprenderanno domani a livello diplomatico.

Intervistato sulla questione nel giugno scorso, Luca De Meo, il presidente dell’associazione europea dei produttori di auto (Acea), aveva citato un uno studio di Frontier Economics secondo il quale il regolamento presentato da Bruxelles comporta un aumento dei costi di produzione di circa 2.000 euro per auto, ossia 4-10 volte più di quanto stimato dall’esecutivo comunitario. Peraltro, aggiungeva il dirigente d’impresa, con vantaggi ambientali «limitati».

La discussione giunge mentre a pochi mesi dalle prossime elezioni europee il Patto Verde, Green Deal in inglese, è criticato da più parti perché economicamente troppo impegnativo. Di recente, l’Unione europea ha deciso di mettere al bando dal 2035 in poi la vendita di auto nuove con motori inquinanti.

Proprio ieri in Gran Bretagna, il premier conservatore Rishi Sunak ha annunciato una drastica revisione degli obiettivi ambientali. Tra le altre cose, ha deciso di cancellare la messa al bando fin dal 2035 delle caldaie a gas.

Fonte Sole24ore

21
set

logistica e trasporti: secondo bollettino Unioncamere occupazione in crescita

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

L’occupazione registra ottimi indici nella ripresa autunnale, fra i vari settori spicca l’ottima performance occupazionale nella logistica e nei trasporti con 44mila nuovi contratti nel mese e 126 nel trimestre.

20
set

transizione: il Parlamento boccia il target CO2 per i camion

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

 

 

A Bruxelles si fanno passi n avanti verso un migliore e più tollerabile cammino verso la transizione no-carb per i mezzi di trasporto pesanti. La Commissione Trasporti del Parlamento Europeo ha infatti votato questa mattina una relazione nella quale, nella definizione di Carburanti CO2 neutri (CO2 neutral fuels), vengono inclusi anche i biocarburanti come gli e-fuel, posizione sulla quale si erano attestati soprattutto i tedeschi. Da sottolineare anche  che l’immediata applicazione del cosiddetto ‘Fattore di correzione del carbonio’ (Carbon Correction Factor) corregge il calcolo delle emissioni previsto dalla Commissione europea, riflettendo la quota percentuale di carburante alternativo utilizzato dal mezzo pesante da immatricolare”.

 

20
set

Rixi: nessun taglio ai fondi per l’autotrasporto

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

 

Il Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi ha annunciato che il MIT  ha recuperato le risorse necessarie a pagare il credito d’imposta sui costi sostenuti per l’acquisto del gasolio nel secondo trimestre del 2022. Si tratta in particolare dei 37 milioni di euro decurtati dal MEF e destinati agli incentivi per la sostituzione e il rinnovo del parco veicolare relativo all’annualità 2021. “Quest’anno – ha spiegato il viceministro in una dicharazione rilasciata oggi- ci siamo trovati con un problema di cassa particolarmente rilevante: nel momento in cui abbiamo iniziato ad erogare le risorse mancavano, infatti, nelle casse dello Stato 160 milioni di euro per i contributi destinati alle aziende di autotrasporto. Una cosa inaccettabile; per questo ci siamo rivolti subito al MEF e in questi giorni uscirà un decreto ministeriale che ci consentirà di risolvere il problema della cassa”. Quanto ai 37 milioni destinati al rinnovo dei mezzi pesanti, il Viceministro ha spiegato che sarà presentato un emendamento, già concordato con il MEF, con il quale sarà tecnicamente possibile recuperare i fondi.

 

 

 

20
set

Cassazione: usare il mobile fermi in coda è un illecito

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

Usare il mobile in coda è un illecito, è quanto stabilisce una sentenza della Corte di Cassazione  per la quale, seppure apparentemente, l’articolo 173 del Codice della strada è chiaro: si può essere puniti per l’uso del cellulare con le mani solo «durante la marcia, nel traffico ci sono situazioni in cui non è facile stabilire se un veicolo si trovi in marcia o fermo. Il caso più frequente è quello delle code, che non sono tutte uguali. La Cassazione di conseguenza, con la sentenza 23331/2020, ha ritenuto lecito usare il dispositivo solo se la congestione è tale da costringere i veicoli a restare fermi abbastanza a lungo; viceversa, se si procede “a singhiozzo”, il conducente deve mantenersi sempre pronto a riprendere la marcia, altrimenti creerebbe ulteriore intralcio al traffico. Di qui il divieto di tenere le mani impegnate su cellulari e simili.

 

20
set

codice della strada: linea dura contro le infrazioni

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

 

 

Il Consiglio dei Ministri, nella riunione di oggi, ha approvato le modifiche proposte dalla Conferenza unificata al testo del DDL e della legge delega per le modifiche al Codice della strada e nuove norme sulla sicurezza stradale. Il pacchetto, già presentato a giugno dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, come d’obbligo, è stato discusso  in sede di  Conferenza unificata, che ha licenziato il  testo con parere favorevole e ha proposto una serie di modifiche. Le principali novità presenti nel documento riguardano gli autovelox e il loro posizionamento al fine di regolamentarne al meglio l’utilizzo, oltre alla proposta di aumentarne la sanzione pecuniaria nei confronti di chi viola i limiti di velocità. Una ulteriore stretta riguarda l’uso dei cellulari alla guida, per il quale si propone l’inasprimento della sanzione pecuniaria, con sospensione della patente di guida da quindici giorni a due mesi fin dalla prima violazione e ulteriori sanzioni stringenti in caso di recidiva.La Conferenza ha chiesto, poi, di incrementare le sanzioni pecuniarie in caso di sosta negli stalli dedicati ai disabili oltre ad aumentare le multe per chi parcheggia nelle corsie riservati allo stazionamento e alla fermata degli autobus e di tutti i mezzi TPL.Infine, tra le diverse proposte, la Conferenza unificata ha chiesto di intervenire con regolamento per ampliare il novero delle strade adatte alla realizzazione di piste ciclabili. L’impianto normativo con le modifiche approvate oggi inizierà l’iter parlamentare da ottobre.

 

19
set

RAM: Davide Sbordoni succede a Ivano Russo

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna Stampa, Senza categoriaNessun commento

L’Assemblea degli azionisti di RAM – Logistica, Infrastrutture e Trasporti spa, società in house del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a capitale interamente detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha nominato come proprio Amministratore Unico Davide Bordoni che succede nel ruolo a Ivano Russo. Nato a Roma nel 1973, laureato in Sociologia all’Università “La Sapienza”, ha ricoperto diversi ruoli politici e istituzionali nell’Amministrazione pubblica Capitolina. È stato anche Vicepresidente del Distretto Audiovisivo e I.C.T.- Information & Communication Technology di Roma, patrocinato da Roma Capitale, Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma e dalla Camera di Commercio di Roma. Attualmente all’interno dell’Assemblea Capitolina è componente della Commissione Trasporti e Mobilità e Vicepresidente della Commissione Giubileo. Da novembre 2022 collabora con il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Sen. Matteo Salvini. “Ringrazio l’Assemblea per la fiducia che ha riposto in me nel conferirmi tale incarico- ha dichiarato Davide Bordoni, neo-Amministratore di RAM – da subito lavoreremo per conferire a RAM un ruolo sempre più centrale come implementing body dell’Amministrazione. Saremo impegnati insieme nella gestione delle politiche di investimento del PNRR per una logistica digitale, nonché nello sviluppo della Piattaforma Logistica Nazionale come un ecosistema digitale di cooperazione: offriremo ai Dipartimenti, al Gabinetto, alle Direzioni Generali, alla Struttura Tecnica di Missione ed alle articolazioni di governance del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tutto il supporto necessario. Ci attendono numerose sfide, tutte fondamentali per il futuro di un settore strategico per la competitività dell’intera economia nazionale.”

19
set

Autotrasporto: operativa la piattaforma per il ristoro del gasolio 2022

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

Il Mit ha puubblicato le istruzioni per accedere ai 300 milioni di euro, sotto forma di credito d’imposta, destinati all’autotrasporto. La piattaforma per accedere ai ristori è on line da ieri ed in conseguenza le istanze per il riconoscimento del contributo possono essere presentate fino alle ore 23:59 del giorno 6 ottobre 2023 .“L’importante misura –sottolinea in una nota i MIT – ripartisce l’ammontare tra gli autotrasportatori in conto terzi (200 milioni), quelli in conto proprio (85 milioni) e il trasporto viaggiatori (15 milioni)”.
Le piattaforme sono state predisposte dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM).

 

18
set

LOGISTICA E TRASPORTO: METRA FIRMA INNOVATIVO ACCORDO SINDACALE SUGLI APPALTI

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

Metra e i Sindacati Confederali Nazionali del settore del Traporto Merci e Logistica hanno sottoscritto lo scorso 25 luglio presso la Federazione Italiana Trasportatori un importante accordo sindacale triennale in materia di appalti e di servizi esternalizzati, per l’accorciamento della filiera e l’ulteriore elevazione degli standard di qualità dei servizi forniti da parte dell’azienda appaltatrice. Metra, che è un consorzio di aziende operante nel settore della corrieristica espressa e della logistica da oltre un decennio e fornitore primario, mediante contratti di appalto o di trasporto, delle più importanti multinazionali su tutto il territorio nazionale, ha deciso infatti di superare l’attuale modello consortile ed organizzativo per assicurare al settore un modello alternativo di qualità e di garanzia di legalità, che tenga fermo e centrale lo strumento del contratto d’appalto. Per questa ragione, l’accordo firmato si pone come obiettivo primario la garanzia di qualità, diritti, integrazione e specializzazione nel mondo della logistica e dei trasporti anche per il lavoro in appalto, troppo spesso considerato erroneamente uno strumento per l’abbattimento di costi e riduzioni di tutela. Metra, offre con questo Accordo, un percorso innovativo e capace di recepire i molteplici fabbisogni emergenti del settore della logistica, che valorizza al contempo la flessibilità e la capacità di generare costantemente dinamiche di efficienza e di miglioramento continuo, nel pieno rispetto del quadro normativo.

In sintesi, l’accordo stipulato prevede:

  • La riduzione e la semplificazione della filiera produttiva, abbandonando l’attuale modello consortile. Metra svolgerà direttamente le attività previste dai contratti d’appalto/trasporto senza assegnarle ad altra società consorziata;
  • Un’informazione e una comunicazione trasparente nella gestione dei rapporti di lavoro, che permetta anche l’integrazione all’interno della realtà aziendale di una comunità lavorativa multiculturale, multietnica e multireligiosa;
  • L’iscrizione dell’azienda appaltatrice in white list, albi fornitori e rating di legalità;
  • L’accrescimento della cultura della sicurezza e della tutela della salute dei lavoratori;
  • La formazione continua dei dipendenti, attraverso l’attivazione di percorsi formativi che permettano ai lavoratori la possibilità di accrescere le proprie professionalità e competenze;
  • La riduzione del gender gap, attraverso la costituzione di un comitato paritetico con funzioni di monitoraggio e di programmazione di azioni utili ad esso;
  • La responsabilità di impresa e welfare aziendale, attuando importanti misure di sostegno alla familiarità e di supporto all’occupazione giovanile e alle categorie svantaggiate;
  • La garanzia dell’esercizio dei diritti sindacali, con la costituzione di un dialogo essenziale per la risoluzione delle problematiche.L’accordo ha una durata triennale e prevede l’impegno tra le parti dell’attuazione delle misure di qualificazione previste entro 18 mesi, con un costante monitoraggio mediante incontri con cadenza bimestrale tra le parti. Metra, con questa scelta punta ad accrescere e consolidare la qualificata compliance già riconosciuta dal mercato, ponendosi come interlocutore certificato e strutturato su scala nazionale nel sistema dell’outsourcing logistico.

 

15
set

Rixi: per ottobre due nuove direzioni al MIT per trasporti e logistica

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

“C’è una necessità, che credo emerga sempre più, di poter aver delle leve a livello nazionale per coordinare alcuni tipi di attività lasciando ai singoli scali un legame autonomo molto forte di condivisione della programmazione con regioni e comunità locali, perché noi abbiamo porti inseriti in contesti particolarmente complessi”. Lo ha detto il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi. “Fortuna vuole che Trieste si trovi nella parte orientale dell’arco alpino, quella che in questo momento ha meno disagi dal punto di vista infrastrutturale; i problemi più grossi li abbiamo sull’arco tirrenico e su buona parte dei porti del centro e sud Italia. È evidente però – ha sottolineato – che dobbiamo pensare a una situazione logistica nazionale complessa, che riesca a mettere in servizio le buone pratiche, che non si fermino in una singola autorità portuale ma riescano a contaminare il territorio nazionale”.Rixi ha annunciato poi che è in atto “una prima trasformazione del ministero. A ottobre saranno attive due direzioni che si occuperanno della parte portuale, una per tutta la parte trasporti, e una per porti e logistica: ci dobbiamo dotare di strumenti che siano operativi in tempi rapidi”.

 

Fonte: ANSA

15
set

Gottardo: tunnel aperto dalle ore venti di oggi

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna Stampa, Senza categoriaNessun commento

l tunnel autostradale del San Gottardo riaprirà alle 20 di questa sera, venerdì 15 set. Lo ha reso noto l’USTRA in un comunicato diffuso in tarda mattinata. La galleria è chiusa dal pomeriggio di domenica scorsa, a causa di una crepa in una lastra della soletta intermedia, su una lunghezza di circa 25 metri, in prossimità del portale nord. Del materiale era caduto sulla carreggiata. Nel tratto in questione, per motivi di sicurezza, in un primo tempo la velocità sarà limitata a 60 km/h. La soletta intermedia è il soffitto che gli automobilisti vedono circolando nel traforo. Sopra passa il sistema di ventilazione. Gli esperti si erano immediatamente messi al lavoro per valutare i danni, procedendo quindi alla demolizione del tratto danneggiato per poterlo ricostruire. Tanto l’USTRA quanto il consigliere federale Albert Rösti, capo del Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, avevano promesso già lunedì che sarebbe stato fatto tutto il possibile per garantire una riapertura entro la fine della settimana. I lavori sono andati avanti in questi giorni 24 ore su 24. Nel frattempo il traffico è stato dirottato sul Passo del San Gottardo e sulla A13 del San Bernardino, dove i mezzi pesanti sono nettamente aumentati ed è stato attivato un sistema di dosaggio.  La causa del danno alla soletta è stata identificata in ridistribuzioni di tensioni all’interno della montagna. A cosa fossero dovute, invece, resta da chiarire: fra le ipotesi ci sono gli effetti degli scavi per il secondo tubo della galleria, di cui martedì è stata annunciata la sospensione, ma anche un terremoto. Una scossa è stata registrata dalle apparecchiature del Politecnico di Zurigo proprio alle 16.10 di domenica. L’accaduto non è quindi da ricondurre ai problemi della soletta riscontrati già nel 2010, che sono fra i motivi alla base della decisione di risanare completamente il tunnel, operazione prevista dopo l’apertura della seconda canna nel 2029. L’USTRA ha annunciato giovedì che fino al 4 ottobre il tunnel rimarrà chiuso di notte dal lunedì al venerdì tra le 20 e le 5. Si tratta di un provvedimento che nulla ha a che vedere con quanto accaduto lo scorso fine settimana. Chiusure notturne sono infatti previste ogni anno per una settimana fra marzo e aprile, per due in giugno e per tre o quattro in settembre, per complessive 26 notti. Sono finalizzate all’esecuzione di lavori di manutenzione, come la pulizia delle pareti e interventi sui sistemi di illuminazione, sulle nicchie e in generale sull’impiantistica di esercizio e sicurezza.

 

Fonte: RSI NEWS

12
set

GLS: il corriere espresso apre a MIlano City Depot

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

GLS apre a Milano  un nuovo centro servizi denominato “City Depot” Hub polifunzionale per le spedizioni,  ampliando l’offerta di servizi personalizzati, tra cui l’acquisto di imballaggi adatti alla merce da spedire e la possibilità di effettuare resi e la gestione di pacchi in fermo deposito. Inoltre, il City Depot di Milano si impegna per la sostenibilità ambientale, effettuando le consegne dell’ultimo miglio utilizzando delle cargo bike, riducendo così l’impatto ambientale delle operazioni di consegna. Il City Depot di Milano rappresenta l’inizio di un ambizioso progetto di GLS Italy. La strategia a medio-lungo termine dell’azienda prevede l’apertura di ulteriori City Depot su tutto il territorio nazionale. Il piano mira a migliorare la capillarità dei servizi di GLS, garantendo una sempre maggiore vicinanza ai clienti e destinatari, offrendo loro prodotti e servizi personalizzati che rispondono a tutte le necessità.

 

 

12
set

Credito d’imposta autotrasporto: la Gazzetta ufficiale 9 settembre pubblica il decreto ministeriale con novità

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 Il decreto ministeriale sul credito d’imposta del 23 luglio scorso, pubblicato il 9 settembre scorso sulla Gazzetta Uffiale, precisa due punti importanti: il credito d’imposta va concesso, in base alla relativa autorizzazione comunitaria, entro il 31 dicembre 2023 e può essere sommato a quello sul gasolio al 28% del primo trimestre 2022, fino al limite massimo di 2 milioni di euro previsto dall’autorizzazione comunitaria del 28 ottobre 202 Il MIT, dunque, potrà pagare anche quelle imprese che, lo scorso anno, hanno chiesto un credito d’imposta superiore a 500mila euro e che ancora devono ottenere la parte eccedente. Le precisazioni  c0ntenute nella GU riguardano anche il credito d’imposta del 15% sugli acquisti di AdBlue del 2022 su due punti importanti: il credito d’imposta va concesso, in base alla relativa autorizzazione comunitaria, entro il 31 dicembre 2023 e può essere sommato a quello sul gasolio al 28% del primo trimestre 2022, fino al limite massimo di 2 milioni di euro previsto dall’autorizzazione comunitaria del 28 ottobre 2022 Il MIT, dunque, potrà pagare anche quelle imprese che, lo scorso anno, hanno chiesto un credito d’imposta superiore a 500mila euro e che ancora devono ottenere la parte eccedente.

12
set

emergenza valichi: chiuso anche il San Gottardo

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

La galleria del San Gottardo è chiusa al traffico. La principale infrastruttura stradale che collega l’Italia al resto d’Europa attraverso la Svizzera, è stata interrotta a tempo indeterminato poiché è stata individuata una crepa di 25 metri di lunghezza che si trova, secondo quanto si apprende da un comunicato dell’Ufficio federale delle strade «in prossimità del portale nord della galleria», dove «alcune parti superficiali di calcestruzzo si sono staccate dalla soletta e sono cadute sulla carreggiata». Senza comunque causare conseguenze. Per ora non è possibile sapere quanto durerà lo stop, lo sapremo  quando saranno compleate le ispezioni. In alternativa resta l’imbocco della A13 del San Bernardino e quindi verso il Passo del Gottardo. Da notare infine che dallo scorso agosto anche l’alternativa ferroviaria è in parte compromessa in quanto la galleria di base del San Gottardo è aperta ai soli treni merci a senso unico alternato.

6
set

revisione: i Mit modifica la circolare di Aprile, concessa maggiore flessbilità

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

Il MIT ha parzialmente modificato la circolare dell’aprile scorso che aveva imposto il limite orario delle 23:59 del giorno precedente la seduta di revisione prenotata per modificare la targa del veicolo in revisione o collaudo e per spostare la prenotazione in altra data e/o sede. E’ stato concesso una maggiore flessibilità, anche a seguito delle richieste delle associazioni di categoria del settore, relativamente alla possibilità di modificare la targa del mezzo. Cambio targa: per le sedute tecniche mattutine, il limite per la modifica della prenotazione è entro le ore 10:00 del giorno della seduta;  sedute tecniche pomeridiane, il limite per la modifica della prenotazione è entro le ore 15:00 del giorno della seduta.

 

 

 

5
set

trasdporti in Paesi extra UE: domande per nuove autorizzazioni scadono 30 settembre, per rinnovi il 31 ottobre

Pubblicato da guglielmo nardocciRassegna StampaNessun commento

Chi deve presentare la domanda per il rinnovo delle autorizzazioni per trasporti in Paesi non comunitari per il 2024, ha tempo fino al 30 settembre. Mentre il 31 ottobre scade il termine per presentare le domande di rinnovo e di graduatoria CEMT sempre per l’anno 2024. . Per ciò che riguarda la partecipazione alla graduatoria CEMT, le imprese che non hanno mai avuto accesso alla graduatoria CEMT, unitamente a quelle che non hanno mai chiesto autorizzazioni bilaterali a viaggio, possono accedere con il solo punteggio dato dai veicoli in disponibilità  in relazione alle CEMT da attribuire. Le imprese che non dispongono di autorizzazioni per il 2023 e non le hanno utilizzate , non possono ottenere il rinnovo per il 2024, ma possono partecipare alla graduatoria presentando domanda entro il 31 ottobre prossimo. Per quanto invece riguarda il rinnovo CEMT, bisogna verificare di aver effettuato almeno 11 viaggi nei primi 11 mesi dell’anno (uno al mese di media) con il permesso multilaterale CEMT. Unica condizione richiesta è che i veicoli dell’impresa abbiano una classe ambientale almeno EuroV e che siano in numero almeno pari alle autorizzazioni CEMT di cui chiede il rinnovo. Quanto alla restituzione dei fogli CEMT contenuti nei Libretti di viaggio utilizzati, bisogna effettuarli entro i 15 giorni del mese successivo. Per quanto riguarda il rinnovo dell’assegnazione fissa per le autorizzazioni a viaggio, bisogna effettuare 24 percorsi per relazione di traffico (in media due viaggi al mese), calcolando quelli coperti da ottobre dell’anno precedente a settembre dell’anno in corso. Attenzione, perché le autorizzazioni bilaterali in assegnazioni fisse verranno rilasciate in due quote (in un’unica soluzione, soltanto fino a un massimo di 30 autorizzazioni). La seconda quota verrà consegnata una volta restituita utilizzata almeno il 40% della prima e comunque entro il 31 ottobre dell’anno driferimento. Le autorizzazioni a viaggio a titolo precario si possono ottenere durante tutto l’anno, presentando un’apposita domanda: Il numero di autorizzazioni ottenibili su singola domanda è rapportata al parco veicolare di proprietà dell’impresa. Le imprese che hanno ottenuto e utilizzato autorizzazioni a titolo precario possono chiederne la conversione in fissa per l’anno successivo. Infine, la restituzione dei permessi bilaterali per il 2023 saranno considerate utilmente ai fini del rinnovo/conversione solamente se la restituzione al ministero avviene entro e non oltre il 15 ottobre prossimo, mentre le autorizzazioni utilizzate nell’ultimo trimestre dell’anno precedente la domanda di rinnovo/conversione vanno restituite entro il 15 marzo dell’anno successivo al loro rilascio. In ogni caso vige l’obbligo di restituire le autorizzazioni ottenute una volta scadute (entro il 15 marzo 2023 per i viaggi tra ottobre e dicembre 2022, entro il 15 ottobre per quelli da gennaio a settembre 2023). Vige anche l’obbligo di restituire le autorizzazioni ottenute dalle imprese, utilizzate o meno, una volta scadute.  In caso contrario si va incontro a una sospensione della domanda di rilascio di ulteriori titoli, per l’anno successivo.

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