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pedaggi autostradali 2023: Sole24ore pubblica tutti gli aumenti tratta per tratta

 

Alla fine, sui rincari dei pedaggi autostradali, sono state confermate le anticipazioni della vigilia: il governo ha fatto argine, con una norma ad hoc inserita nel decreto Milleproroghe, a una lunga serie di richieste di aumenti presentate dalle varie concessionarie, bloccando gran parte degli adeguamenti tariffari per un altro anno. Non tutti però: alcuni aumenti, a partire dalla mezzanotte del 1° gennaio 2023, sono stati autorizzati dal decreto firmato dai ministri Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti) e Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze). Era dal 2018, dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, che i pedaggi autostradali non subivano alcun incremento in Italia. Vediamo gli adeguamenti tariffari approvati dal governo.

Rete Aspi: I pedaggi sulle tratte di competenza di Autostrade per l’Italia (Aspi), a cui fa capo circa il 50% della rete nazionale a pedaggio (3mila chilometri su 6mila), da domenica 1° gennaio sono aumentati del 2%; è previsto un ulteriore rincaro dell’1,34% dal prossimo 1° luglio, per un incremento complessivo nell’anno del 3,34 per cento. Puntualizza Salvini: «Si rischiava un aumento del 5%, che invece è stato scongiurato». Aspi è una delle poche concessionarie in Italia che ha visto approvato il piano economico-finanziario (Pef), che prevede 21,5 miliardi di investimenti in dieci anni: 7 miliardi in manutenzioni e 14,5 miliardi in nuove opere. Tra le nuove opere finanziate: la Gronda di Genova (oltre 4 miliardi) e il Passante di Bologna (oltre 1,5 miliardi).

Rete GavioPoi c’è il gruppo Gavio, secondo gestore nazionale alle spalle di Aspi, che aveva presentato richiesta di aumento per tutte le tratte di competenza. Il governo ha autorizzato i seguenti rincari: Autovia Padana Piacenza-Brescia +9,16%, comprensivo degli investimenti eseguiti sulla base del Pef e già approvati e tenuto conto del tasso di inflazione programmata per il 2023; autostrade A4 Torino-Milano e A33 Asti-Cuneo +4,30% pari al tasso di inflazione programmata dal governo per il 2023; Tangenziale est esterna di Milano (Teem) +4,34% «ma proroga degli sconti e arrotondamenti – spiega una nota della società – aiutano gli utenti della tangenziale esterna milanese, riducendo l’aumento a frazioni di euro»

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distacco autisti camion: il Governo italiano recepisce la direttiva comunitaria

Il Consiglio dei ministri dello scorso 9 dicembre, ha recepito le nuove norme  sul distacco dei conducenti di camion, disciplinate dal Pacchetto Mobilità EU. Il Governo italiano a questo proposito  ha varato un decreto legislativo che introduce in Italia la normativa europea che, secondo quanto si legge nella nota diramata da Palazzo Chigi: «Costituisce una lex specialis caratterizzata da norme settoriali e specifiche applicabili alle prestazioni transnazionali di servizi di trasporto su strada e alle operazioni di cabotaggio».   La disciplina riguarda le prestazioni di autisti stabiliti in uno Stato membro o in un Paese terzo che distaccano conducenti in Italia, comprese le operazioni di cabotaggio effettuate in Italia da trasportatori stabiliti in uno Stato membro. Si prevede inoltre che le imprese di trasporto stabilite in Stati che non sono membri della UE non beneficiano di un trattamento più favorevole di quello riservato alle imprese dell’Unione, anche quando effettuano operazioni di trasporto in virtù di accordi bilaterali o multilaterali che consentono l’accesso al mercato UE o a parti di esso. La disciplina speciale non si applica alle prestazioni di servizi di somministrazione di conducenti. Va inoltre sottolineato che con il Pacchetto Mobilità il cabotaggio diventa di fatto un distacco, così come il trasporto combinato e i trasporti internazionali. Non sono invece considerati come distacco i trasporti bilaterali e quelli in transito, così come le tratte internazionali di un trasporto combinato effettuate su strada. Il distacco dovrà essere provato tramite l’utilizzo del portale connesso al sistema di informazione del Mercato Interno (IMI), al cui interno vanno immessi i dati delle imprese e quelli dei conducenti distaccati al più tardi all’inizio del distacco, insieme ad altre informazioni relative alla società e ai conducenti (la targa di veicolo e rimorchio, il nome dell’autista, la patente, ecc).  A richiesta degli organi di polizia potrebbero essere richiesti anche la copia della dichiarazione di distacco, delle operazioni di trasporto – come per esempio la lettera di vettura internazionale – e anche le registrazioni del tachigrafo con i riferimenti agli Stati attraversati. Lo Stato membro in cui è destinato il distacco può anche richiedere prova della retribuzione e del  della retribuzione, il contratto di lavoro nonché la prove dell’avvenuto pagamento del salario.

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Albo Autotrasportatori: pagamento quote entro il 31 dicembre

La quota di iscrizione all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori per l’anno 2030 deve essere versata entro il 31 dicembre 2022;  per provvedere al pagamento, è necessario accedere con le proprie credenziali al portale www.alboautotrasporto.it e cliccare sul servizio Pagamento quote. Nel caso in cui non si sia ancora provveduto al pagamento, il sistema PagoPA genera automaticamente una posizione debitoria con scadenza a quattro mesi dalla data di generazione. E’ bene ricordare infine che la data di scadenza della posizione debitoria non deve essere confusa con il termine di scadenza del pagamento della quota di iscrizione, che resta fermo al 31 dicembre 2022 indipendentemente dalla data di scadenza della posizione debitoria.

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Il Mit convoca le Associazioni dell’Autotrasporto

Il ministro del Mit Matteo Salvini  ha convocato per mercoledì 14 dicembre le associazioni dell’Autotrasporto per avviare il confronto sulle problematiche del settore e per individuare eventuali proposte di risoluzione. Salvini sarà affiancato dal vice.ministro Rixi.

 

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legge di bilancio: 200 MILIONI nel 2023 PER L’AUTOTRASPORTO

La bozza di legge di Bilancio 2023 prevede un fondo per l’autotrasporto 200 milioni  che farebbe seguito a quello già varato la scorsa primavera di 500 milioni poi attuato con il meccanismo del credito d’imposta. Nel dispositivo governativo si stabiisce infatti che: «E’ autorizzata la spesa finalizzata al riconoscimento di un contributo volto a mitigare gli effetti degli incrementi di costo per l’acquisto del gasolio impiegato in veicoli di categoria euro 5 e superiore». E’ ovvio che, trattandosi della Legge di Bilancio, e quindi di uno strumento che dovarà passare al fuoco di fila delle modifiche in sede di dibattito parlamentare, azzardare ipotesi è prematuro, anche perché sarà già arduo per il Parlamento approvare la manovra prima della fine dell’anno per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio di Bilancio che complicherebbe assai le cose.

 

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Brennero: finalmente il Governo Italiano prende iniziative

Il Governo italiano, dopo le proteste delle associazioni dell’autotrasporto, Fedit Anita e Fai in testa,  ha finalmente deciso di muovere qualche timido passo per risolvere il problema delle code di camion al Brennero causate dalle decisioni del governo del Tirolo di preservare l’ambiente. Ad occuparsene sarà il viceministro del MIT Rixi, che già nei precedenti Governi aveva ricoperto il ruolo di viceministro con delega all’autotrasporto. E’ stato lo stesso Rixi ad annunciare ieri la sua decisione di voler incontrare l’omologo austriaco per tentare di risolvere, o avviare a soluzione, un problema che sta pesantemente danneggiando l’economia italiana.

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TransitoBrennero: Anita Fai e Fedit depositano ricorso presso la Corte di Giustizia UE contro la Commissione

Cominicato stampa Fai, Anita e Fedit

È stato ufficialmente depositato il ricorso presso la Corte di Giustizia dell’UE contro la Commissione Europea sulle limitazioni unilaterali al transito stradale di mezzi pesanti imposte dal Tirolo ufficialmente per motivazioni di tipo ambientale, presentato dalle Associazioni dell’autotrasporto merci ANITA FAI e FEDIT, congiuntamente a Confindustria e ad alcune sue componenti associative particolarmente colpite dalle limitazioni.

Ormai da troppo tempo, il Land Tirolo applica indisturbato dei divieti che generano significativi extra costi per le imprese italiane, minando la competitività delle produzioni nazionali e della nostra economia. Il 70% dell’export italiano passa attraverso le Alpi e la maggior parte di esso transita per il Valico del Brennero, posto lungo il Corridoio Scan-Med che è uno degli assi portanti della rete transeuropea di trasporto.

 “Da parecchi anni la nostra Associazione denuncia l’inaccettabile situazione che le imprese italiane sono costrette a subire a causa dei divieti di circolazione imposti dal Tirolo – ha dichiarato il Presidente di ANITA Thomas Baumgartner – e in assenza di interventi decisivi da parte delle Istituzioni europee, abbiamo deciso, trovando piena sintonia nelle altre organizzazioni del trasporto e dell’industria, di mettere in campo un’azione legale per porre fine alla reiterata violazione dei principi di libera circolazione delle merci e di equa concorrenza nell’UE”.

“Le azioni inadeguate della Commissione UE nei confronti del Tirolo austriaco, per contrastare in maniera efficace la politica pseudo ambientalista perseguita ai danni del nostro Paese, ci ha costretti a richiedere l’intervento della Corte di Giustizia – ha dichiarato Paolo Uggé, Presidente della FAI –  Auspichiamo che la Corte accerti definitivamente le responsabilità di chi, nel corso di questi anni, ha assistito impassibile allo scempio perpetrato ai danni delle nostre imprese, evitando di aprire una procedura d’infrazione verso l’Austria per violazione delle norme del Trattato UE sulla concorrenza e sulla libera circolazione delle merci.”

“Le limitazioni al transito stradale dei mezzi pesanti attraverso il Tirolo rischia di diventare un danno incalcolabile per l’economia del Paese.” – ha dichiarato il Segretario Generale della Fedit Salvatore Cocchiaro, che ha aggiunto: “È da qualche anno ormai che la direttrice dello sviluppo e dell’export si è spostata verso nord-est. Lungo questa direttrice l’autostrada del Brennero rappresenta, come tutti sanno il percorso obbligato e naturale. In un momento nel quale l’economia italiana ha ripreso vigore con standard di sviluppo del Pil importanti, la decisione del Tirolo appare come un gesto incomprensibile, quasi ostile. Mentre ci accingiamo a presentare il ricorso alla Corte di Giustizia – ha concluso Cocchiaro – esprimiamo l’auspicio che le Autorità Tirolesi tornino sui loro passi”.

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riduzione aliquote accise su carburanti: i Governo le proroga al 31 Dicembre

Il Governo ha prorogato ulteriormente fino al 31 dicembre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti che erano in scadenza il prossimo 18 novembre. Nel provvedimento, che verrà inserito nel decreto Aiuti-quater di prossima pubblicazione, vengono reiterate le seguenti misure:

– la riduzione delle aliquote di accisa su prodotti energetici utilizzati come carburanti (aliquote di accisa sulla benzina, sul gasolio e sui gas di petrolio liquefatti (GPL) impiegati come carburanti);
– l’esenzione dall’accisa per il gas naturale per autotrazione;
– la riduzione dell’aliquota IVA (fissata al 5%) per le forniture di gas naturale impiegato in autotrazione.

 

 

 

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fondi autotrasporto: Ministro Salvini ottiene priorità imprese itaòliane

Le imprese di autotrasporto italiane avranno la precedenza su quelle estere per quel che riguarda i fondi destinati al settore. La decisione è stata assunta ieri dal consiglio dei ministri su proposta del ministro del MIT Matteo Salvini che ha proposto e ottenuto una modifica delle regole dei fondi destinati all’autotrasporto. Nel testo originario del Dl Aiuti ter infatti, la norma sull’autotrasporto prevedeva l’accesso ai finanziamenti anche alle imprese straniere di altri Paesi membri dell’Ue. Il dicastero ha ottenuto di specificare che possono beneficiare delle risorse solo le realtà stabilmente in Italia. Sul piatto ci sono 100 milioni, di cui 85 per chi si occupa di movimentazione delle merci. Resta da capire cosa significhi “stabilmente in Italia”: vuol dire che i gruppi stranieri (DHL ed altri) che operano stabilmente in Italia,  ma hanno sede di comando altrove sono esclusi oppure, come per la maggior parte di essi, pur avendo la sede centrale all’estero, operabno stabilmente in italia e quindi avranno o stesso trattamento di quelle italiane?

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Albo Autotrasporto: definite le quote 2023, versamento entro il 31 dicembre prossimo

Il Comitato Centrale dell’Albo degli autotrasportatori ha approvato la delibera n.10 del 18 ottobre 2022 con la quale sono state definite le quote d’iscrizione allo stesso albo da parte delle imprese di autotrasporto merci per conto di terzi riferite all’annualità 2023. Entro il 31 dicembre 2022, le imprese iscritte all’albo nazionale degli autotrasportatori, alla data del 31 dicembre 2022, debbono corrispondere, per l’annualità 2023, la quota prevista.  La quota da versare per l’anno 2023 è suddivisa in diverse voci che potrete leggere sulla delibera:

1. Quota fissa di iscrizione dovuta da tutte le imprese iscritte all’albo pari a euro 30,00;

2. Un’ulteriore quota dovuta da ogni impresa in relazione alla dimensione numerica del proprio parco veicolare, qualunque sia la massa dei veicoli con cui esercitano l’attività di autotrasporto:

– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 2 a 5 = 5,16

– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 6 a 10 =10,33

– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 11 a 50 = 25,82

– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 51 a 100 = 103,29

– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 101 a 200 = 258,23

– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli superiore a 200 = 516,46

3. Un’ulteriore quota dovuta dall’impresa per ogni veicolo di massa complessiva superiore a 6.000 chilogrammi di cui la stessa è titolare:

– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva da 6.001 a 11.500 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile da 6.001 a 11.500 chilogrammi = 5,16

– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva da 11.501 a 26.000 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile da 11.501 a 26.000 chilogrammi = 7,75

– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva oltre i 26.000 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile oltre i 26.000 chilogrammi = 10,33

Il versamento della quota deve essere effettuato, attraverso la piattaforma PagoPA con le seguenti modalità alternative entrambe attivabili nella apposita sezione «Pagamento quote» presente sul sito www.alboautotrasporto.it, per l’importo ivi visualizzabile relativo all’anno 2023 o ad eventuali annualità pregresse non corrisposte, seguendo le istruzioni contenute nel manuale reperibile nella citata sezione «Pagamento quote» del portale albo:

A. pagamento on-line, effettuato in modo integrato nell’applicazione dei pagamenti. L’utente viene automaticamente reindirizzato alle pagine web di PagoPA che consentono di scegliere il prestatore di servizi di pagamento (PSP) e pagare in tempo reale utilizzando i canali on-line proposti dal PSP scelto;

B. pagamento previa creazione della posizione debitoria (PD) che avviene in modalità differita. L’utente stampa o visualizza il pdf dell’avviso di pagamento e procede a pagare con una delle modalità presentata da uno dei PSP, sia tramite canale fisico che virtuale.

La prova dell’avvenuto pagamento della quota relativa all’anno 2023 deve essere conservata dalle imprese, anche al fine di consentire i controlli esperibili da parte del Comitato centrale e/o delle competenti strutture periferiche.

In caso di mancato pagamento, come è noto, l’iscrizione all’Albo dell’impresa sarà sospesa e, trascorso inutilmente il termine di due anni senza che il pagamento sia avvenuto, si potrà incorrere nella cancellazione dell’impresa sulla base del presupposto che l’attività dell’impresa sia, di fatto, cessata.