I dieci milioni di euro della seconda tranche dei 50 messi a disposizione dal Governo due anni fa per l’acquisto di mezzi ad elevata sostenibilità ecologica e ad alimentazione alternativa nel quadro di un processo di rinnovo e di adeguamento tecnologico del parco veicolare delle imprese di autotrasporto. L’istanza per ottenere gli incentivi potrà essere presentata dalle ore 10,00 del 15 marzo fino alle ore 16 del 28 aprile 2023. Le domande andranno presentate esclusivamente tramite posta elettronica certificata dell’impresa richiedente e indirizzate a ram.
Autore: Administrator
“Una immediata convocazione da parte del Ministero dei Trasporti, che coinvolga gli altri Ministeri competenti, le associazioni datoriali di categoria e le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale di settore per affrontare il tema della sicurezza sul lavoro nel trasporto merci su gomma”. E’ quanto chiedono unitariamente a seguito dell’incidente sull’A1 vicino a Firenze, dove è morto il conducente del Tir precipitato da un viadotto e andato in fiamme, sottolineando che “questo infortunio mortale sul lavoro è l’ennesimo tragico avvenimento che si aggiunge alla drammatica conta di lavoratori deceduti in incidenti sul lavoro”.
“Non si possono più archiviare queste morti sul lavoro – proseguono le tre organizzazioni sindacali – solamente come tragedie individuali, che gettano nel dolore i famigliari e gli amici. Occorre dare una risposta nazionale al tema della sicurezza del lavoro, della prevenzione e alle infinite tragedie delle morti sul lavoro. Tutte le istituzioni, da chi controlla a chi ha il dovere di operare per far aumentare gli standard della sicurezza come il Governo ed i Ministeri, dai Trasporto a quello del Lavoro devono rendere operativi gli investimenti per migliorare la prevenzione della sicurezza, utilizzando anche i fondi previsti dal Pnrr, passando dalle parole ai fatti”.
“Da Governo e imprese del settore – affermano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – rivendichiamo autostrade e strade con alti standard di sicurezza, mezzi dotati delle ultime tecnologie in tema di sicurezza, aree di sosta dedicate e il rispetto degli orari, dei ritmi e dei carichi di lavoro”.
Ma davvero non ci sono più persone disposte a guidare i mezzi pesanti? Da quello che è accaduto a Bergamo sembrerebbe di no. Lo scorso mese il Gruppo Mascio di Calcinate (Bergamo) ha pubblicato una richiesta di una novantina di autisti di veicoli industriali e una decina di meccanici, come dire “andar a cercare Maria pe’Roma” visti i tempi da almeno due anni segnalano una cronica mancanza di conducenti di mezzi pesanti e invece il Gruppo Calcinate ha già ricevuto quattrocento candidature, dai giovani senza patente a conducenti esperti che lavorano in altre imprese.
Torna in primo piano la questione delle limitazioni di traffico sul Brennero che verrà discusso è al Consiglio informale dei ministri dei trasporti Ue che si terrà oggi a Stoccolma presente per il nostro Paese il vicepremier e ministro Matteo Salvini il quale, all’accusa della ministra Austriaca che rimprovera all’Italia di:”…annunciare misure che poi non vengono mai rispettate…”, ha replicato che:”l’Italia chiede semplicemente il rispetto dei Trattati Europei. Il nostro Paese, non nega il problema di traffico al Brennero e infatti sta investendo risorse significative per il tunnel ferroviario. Infine, è opportuno evidenziare che i blocchi unilaterali di Vienna (che risalgono addirittura al 2003) non hanno ridotto la circolazione dei mezzi e che, nonostante l’aumento consistente del traffico, i rilevamenti della qualità dell’aria continuano a migliorare grazie allo sforzo degli autotrasportatori che hanno investito sul parco mezzi. L’Italia ha arterie stradali molto più trafficate rispetto al Brennero”. Come dire che, da quanto si evince dai toni polemici, non si iontravede alcunché di positivo.
Le modalità per accedere ai contributi per l’acquisto di AdBlue e di GNL, delle cui modalità diamo conto nella circolare che segue, sono state finalmente definite in due decreti ministeriali pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Sia il contributo per l’acquisto dell’AdBlue che per quello del GNL verranno concessi sotto forma di credito d’imposta. Circ. 19-2023
Le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, iscritte al Registro elettronico nazionale (R.E.N.) e all’Albo degli autotrasportatori di cose per conto terzi con mezzi di trasporto ad elevata sostenibilità ad alimentazione alternativa a metano liquefatto; potranno finalmente accedere al fondo di 25 milioni stanziato dal Governo con decreto e ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. I 25 milioni saranno assegnati alle imprese sotto forma di credito d’imposta nella misura pari al 20 per cento delle spese sostenute a partire dal 1° febbraio 2022 e per tutto l’anno 2022, al netto dell’imposta sul valore aggiunto, per l’acquisto del gas naturale liquefatto. Il periodo non comprende l’intero anno solare poiché l’autorizzazione per ottenere l’agevolazione da parte della Commissione europea decorre dal 1° febbraio 2022. In aggiunta, l’Europea ha fissato il limite massimo del credito d’imposta concedibile nel 50% dei costi ammissibili, vale a dire fino ad un massimo di 4 milioni di euro per ciascuna impresa. Precisiamo che per costo ammissibile, la Commissione Europea intende la differenza tra il prezzo medio di acquisto del GNL da parte dell’impresa nel 2022 e quello dell’anno 2021 moltiplicato per 1,5. Come per il recupero del credito di imposta sul gasolio e Adblue, anche in questo caso le domande per ottenere il beneficio dovranno essere presentate dalle imprese tramite una specifica piattaforma dell’Agenzia delle Accise, dogane e monopoli che verrà aperta nelle modalità e tempi definiti da uno specifico decreto dirigenziale attuativo.
Riprende giovedi 16 Marzo prossimo il confronto tra il Governo e le Associazioni dell’autotrasporto sulle principali criticità del settore. Va da se che il focus più importante sarà quello dei 310 milioni milioni di aiuti alle imprese previsto dalla legge di Bilancio approvata alla fine dello scorso anno.
Il primo diesel di Eni prodotto con 100% di materie prime rinnovabili si chiama “HVOlution” e sarà in vendita in 150 stazioni di servizio Eni entro marzo 2023 (attualmente, però, è già in vendita in 50 stazioni). HVOlution è un biocarburante che viene prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, nonché da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. “HVOlution può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti, tenuto conto delle emissioni allo scarico, perché utilizzabile con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate” spiega Eni. Questo biodiesel HVO – acronimo di “Hydrotreated Vegetable Oil”, ovvero olio vegetale idrogenato – deriva da materie prime vegetali di scarto e olii non edibili. Inoltre, addizionato al gasolio, dal 2016 il biocarburante HVO è presente al 15% nel prodotto Eni Diesel +, disponibile in oltre 3.500 stazioni di servizio in Italia. “Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante”, spiega in una nota ufficiale Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility: “L’obiettivo di Eni Sustainable Mobility è integrare gli asset industriali e commerciali lungo tutta la catena del valore, dalla disponibilità della materia prima fino alla vendita di prodotti decarbonizzati al cliente finale”. Eni ha siglato accordi e partnership che permettono di valorizzare gli scarti e i rifiuti utilizzandoli come feedstock per la produzione di biocarburanti come HVOlution. In diversi paesi dell’Africa tra i quali Kenya, Mozambico e Congo, Eni sta sviluppando una rete di agri-hub in cui verranno prodotti olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate e non in competizione con la filiera alimentare e, al tempo stesso, di creare opportunità di lavoro sul territorio. “Recentemente, dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni”, spiega Eni, mentre nella bioraffineria di Venezia “è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo è di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie Eni entro il 2025”.
L’associazione tedesca dell’autotrasporto Güterkraftverkehr Logistik und Entsorgung (BGL) ha nuovamente denunciato le difficoltà ai collegamenti tra il nord e il sud dell’Europa causati dai divieti al transito sul territorio del Tirolo austriaco di determinate categorie di veicoli pesanti e in determinati giorni e orari che sono imposti dal governo di Vienna. Ieri, in occasione di una visita al confine austro-tedesco per valutare l’efficacia del sistema di dosaggio del traffico pesante transfrontaliero, l’eurodeputato tedesco Markus Ferber (Csu) ha evidenziato che «l’UE non può continuare ad accettare queste gravi restrizioni alla libera circolazione di persone e merci che sono in vigore da molti anni. Non può essere – ha denunciato – che una delle principali direttrici di traffico per il collegamento fra il nord e il sud dell’Europa diventi il collo di bottiglia della regione. La Commissione UE, in quanto custode dei Trattati, dovrebbe intervenire urgentemente e rimpiazzare l’unilaterale azione tirolese con una soluzione paneuropea». «La gestione dei blocchi – ha specificato il direttore della BGL, Dirk Engelhardt – costituisce una sola parte della politica anti-transiti tirolese sul più importante collegamento stradale fra la Germania e l’Italia. Ci sono anche altre restrizioni che violano il diritto dell’UE, come il divieto di circolazione settoriale, il divieto di circolazione notturna e il doppio pedaggio notturno. Chiediamo pertanto alla Commissione Europea di intraprendere finalmente un’azione legale contro le misure anti-transito tirolesi».
fonte: INFORMARE