Il MIT ha riaperto i termini per la presentazione delle domande per ottenere il credito d’imposta del 15% sugli acquisti di AdBlue del 2022. Di conseguenza, la piattaforma dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) sarà attiva dalle ore 15:00 del 17 maggio e fino alle ore 24.00 del 7 giugno, in modo da consentire alle imprese di integrare le domande già presentate nello scorso mese di novembre con le fatture relative ai mesi di novembre e dicembre 2022. Il Fondo aperto anche alle imprese che non hanno ancora fatto domanda. Rispetto allo stanziamento disponibile (29,6 milioni di euro), i fondi prenotati in base alle domande già presentate ammontano a 19,5 milioni, con un avanzo di circa 10 milioni di euro, quindi potranno presentare istanza anche le imprese che non lo avevano fatto nel primo periodo di apertura della piattaforma. In questo caso il ristoro potrà essere richiesto per le spese sostenute nell’intero anno 2022 per l’acquisto del componente AD Blue.
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Sulla carenza di autisti professionisti, circa 20mila nei prossimi due anni, di cui 5.500 nell’immediatio, si è detto e scritto molto. Sul caro carburante anche, con i prezzi alle stelle di gasolio e AdBlue. In questo momento, però, spuntano nuove emergenze per gli autotrasportatori italiani: la transizione ecologica imposta a tappe forzate dall’Unione europea, sulla scia di quanto è stato deciso per le auto con la messa al bando dei motori endotermici a partire dal 2035 (salvo quelli alimentati con gli e-fuel) e la questione dei valichi alpini, con le criticità del Brennero e del Monte Bianco. L’attenzione sul settore è massima perché, sebbene le politiche europee spingano per il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia, per i prossimi 30-40 anni la gomma resterà la modalità di trasporto prevalente. Oggi il tutto strada assorbe circa l’80% del traffico interno della Ue. Qui parliamo di trasporto pesante (Tir), cioè mezzi oltre le 3,5 tonnellate di peso: quindi autotreni o autoarticolati.L’inadeguatezza dei veicoli dedicati al trasporto pesante nel nostro Paese è lampante: sono in prevalenza mezzi vecchi ad alimentazione quasi esclusivamente diesel (gasolio). Un primo dato: nel settore nazionale dell’autotrasporto sono attive oltre 82mila imprese. Di queste, nonostante la crescita delle società di capitali (circa 25mila), quasi 43mila, ovvero più della metà, sono imprese individuali, in pratica i padroncini, che dispongono in media di uno o due automezzi. In Italia circolano 725.500 Tir, oltre il 50% dei quali ante Euro 4. L’età media dei mezzi in circolazione è di 14,3 anni, tra le più elevate in Europa. Nel 2022 il 96,2% delle immatricolazioni totali di camion (pari a 24.624 mezzi, fonte Unrae) risultano alimentate a gasolio. Le altre quote, irrisorie, sono divise tra mezzi a gas naturale liquefatto (Gnl) e metano. I veicoli a trazione elettrica venduti in Italia nel 2022 sono stati solamente 19. In questo scenario è piombata nelle ultime settimane la proposta della Commissione europea di tagliare le emissioni di CO2 anche nel trasporto pesante. Ecco la progressione immaginata dalla Ue: i Tir dovranno ridurre le emissioni inquinanti del 45% a partire dal 2030, del 65% dal 2035 e del 90% dal 2040. Ora, sull’onda del via libera al regolamento che vieta benzina e diesel per le auto, la Commissione potrebbe essere incoraggiata ad anticipare i target di riduzione delle emissioni per i mezzi pesanti, di fatto vietando la vendita di camion con motore a combustione anche prima del 2040. Obiettivi che spaventano l’autotrasporto italiano. «Siamo convinti – dice Paolo A. Starace, presidente della sezione veicoli industriali dell’Unrae – che l’accelerazione della transizione potrà avvenire sostenendo l’adozione di un mix di tecnologie, tra cui l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici attualmente in circolazione (ma prima servirà l’accordo con l’Europa, ndr), l’elettrico e l’idrogeno, per il quale dovremo però attendere ancora qualche anno. È auspicabile – continua Starace – un intervento tanto deciso quanto risolutivo da parte delle istituzioni, senza il quale dovremo rassegnarci all’idea che sulle nostre strade circolino veicoli inquinanti e con bassi standard di sicurezza rispetto agli attuali mezzi in produzione».
Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per il secondo trimestre 2023 per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24 dei crediti d’imposta a favore delle imprese a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. La risoluzione riconosce alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, un contributo straordinario sotto forma di credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, consumato nel secondo trimestre solare dell’anno 2023 “per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al primo trimestre dell’anno 2023, dei prezzi di riferimento del mercato infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore dei mercati energetici, abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019”. Il codice tributo previsto dalle Dogane con la risoluzione n.20/E del 10 maggio 2023 è “7018” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale (secondo trimestre 2023).
Il ministro del MIT Matteo Salvini, ha approvato la Direttiva che stanzia oltre 148 milioni di euro per la riduzione dei pedaggi pagati nel 2023 cui potranno essere aggiunte somme residuali degli investimenti su altre misure inerenti la medesima categoria. Dal prossimo 5 giugno, gli autotrasportatori potranno presentare le domande per i contributi per la riduzione dei pedaggi autostradali – fino ad un massimo del 13% – pagati per i passaggi effettuati nel corso del 2022. A tale fine, il Comitato centrale per l’Albo dell’autotrasporto ha approvato la delibera che stanzia 140 milioni di euro per le riduzioni ed è in corso di pubblicazione Gazzetta Ufficiale. Dalla pubblicazione saranno immediatamente pubblicate sul portale dell’Albo le istruzioni dettagliate. Le procedure automatizzate di verifica e calcolo stima che si concluderanno in tempo utile per effettuare i pagamenti tra fine settembre ed ottobre.
Se c’è un settore che è stato ingiustamente trascurato nel dopoguerra italiano, nonostante la sua cruciale importanza, questo è stato la logistica in generale, e l’autotrasporto in particolare. La gratitudine nei confronti di imprese e lavoratori, che pervadeva l’opinione pubblica durante i lunghi mesi di lockdown, è svanita per lasciare il posto a pensieri altri. Oggi, il comparto vive un momento ad un tempo critico ed esaltante, probabilmente foriero di grandi mutamenti nell’assetto organizzativo di molte aziende, che si trovano a dover gestire quattro grandi sfide.
1 Dopo decenni di relativa stabilità economica e politica, è opinione diffusa che il sistema internazionale, e con esso il trasporto internazionale, sia entrato in un’epoca di instabilità. L’incertezza dei costi di produzione e le sempre più frequenti interruzioni delle catene logistiche internazionali necessiteranno di competenze e tecnologie in grado di affrontare e risolvere le criticità in tempi ristretti.
2 La carenza di manodopera affligge molte imprese dell’autotrasporto. È una scarsa vitalità dell’offerta di lavoro determinata da numerosi fattori quali i livelli salariali, le condizioni lavorative, le scarse prospettive di carriera, così che diventare più attraenti, soprattutto agli occhi delle nuove generazioni, è diventata ormai una priorità.
3 La digitalizzazione e la cybersecurity stanno modificando in maniera significativa le modalità di tracciamento, sdoganamento e gestione dei carichi. Cogliere questa sfida tecnologica è vitale affinché il nostro sistema non esca dalle global supply chain.
4 Infine, gli obiettivi e le politiche per la decarbonizzazione rappresentano senza dubbio un fardello economico, ma sono pure un incentivo a svecchiare l’attuale materiale circolante.
L’Italia, per morfologia e dispersione della popolazione, non può fare a meno di un robusto trasporto su gomma, che ora ha bisogno di investimenti significativi non solo per finanziare l’innovazione tecnologica, ma anche per rinnovare l’organizzazione delle aziende del settore, agendo su complessità manageriale e sistemi di welfare per i lavoratori, in modo da renderle più resilienti e attraenti per i giovani talenti. Contemporaneamente, è necessario stimolare la crescita esterna delle imprese perché aumentino la dimensione media, in modo da rinforzarne la competitività. In questo frangente, sarebbe importante un maggiore attivismo di fondi di investimento in partenariato pubblico-privato a sostegno delle necessità di trasformazione del settore, con particolare attenzione alle operazioni a più elevato contenuto innovativo.
Università Bocconi.
Fonte Sole24ore
Dall’8 al 14 maggio si terrà il secondo appuntamento del 2023 sulla campagna di sicurezza stradale “Truck & Bus”. I mezzi pesanti saranno controllati sulle strade dei Paesi aderenti al network (tutti i Paesi della U.E, tranne Grecia e Slovacchia, oltre alla Svizzera, la Serbia e la Turchia e in qualità di osservatore la Polizia dell’Emirato di Dubai e Emirati Arabi Uniti). Le verifiche saranno svolte dalla Polstrada con un focus particolare sugli elementi di maggior impatto sulla sicurezza stradale come la verifica dello stato psicofisico dei conducenti, il rispetto dei limiti di velocità, il rispetto della normativa ADR sul traporto delle merci pericolose e tutte le altre proscrizioni sull’autotrasporto previste dalla normativa nazionale e comunitaria. Saranno controllati anche il carico e i documenti di accompagnamento della merce.
L’importo del contributo annuale relativo al 2023, dovuto dalle imprese titolari di autorizzazioni generali e licenze individuali per i servizi postali, per l’attività di controllo e verifica della permanenza dei requisiti, aggiornato tenendo conto del tasso di inflazione programmato previsto per il corrente anno, ammonta a 351 € (dai precedenti 337 €).Gli operatori titolari sia di licenza individuale sia di licenza speciale sia di autorizzazione generale, sono tenuti al pagamento di un solo contributo annuale. Il pagamento delle somme dovuto deve essere effettuato attraverso l’uso della piattaforma digitale per i pagamenti elettronici PagoPA. E’ importante sottolineare che l’importo è unico indipendentemente dal numero delle filiali dell’impresa versante e che l’autorizzazione generale, così come la licenza individuale, non occorrono per l’attività di solo autotrasporto.
Coloro che vogliono accedere al fondo di 5 milioni stanziato dal MIT per la formazione professionale hanno ancora 5 giorni di tempo poiché il termine scade il 16 maggio; mentre l’attività formativa dovrà essere avviata entro il 15 giugno prossimo ed essere completata entro il 30 novembre di quest’anno.
Di seguito pubblichiamo i particolari della direttiva ministeriale le cui direttive non si discostano da quelle del passato che gli operatori già conoscono. Circ. 27-2023
Si apre Lunedì 5 giugno alle ore 9 con chiusura prevista per l’11 giugno, la prima fase della procedura di riduzione compensata dei pedaggi autostradali per l’anno 2022. Le risorse disponibili ammontano a 140 milioni di euro per i costi sostenuti per i pedaggi autostradali pagati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, con veicoli Euro 5, Euro 6 o superiore, o ad alimentazione alternativa o elettrica. La riduzione non può mai essere superiore al 13% del valore del fatturato annuo. Due le fasi della procedura: la prima fase riguarda la prenotazione della domanda che potrà avvenire esclusivamente attraverso l’applicativo “Pedaggi” al quale si può accedere attraverso il portale dell’Albo degli autotrasportatori. La seconda fase prevede invece l’inserimento dei dati relativi alla domanda, firma digitale e invio dell’istanza che potrà avvenire dalle ore 09:00 del 26 giugno 2023 fino alle ore 14:00 del 21 luglio 2023.
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