La viceministra Teresa Bellanova ha comunicato ieri pomeriggio alle Associazioni dell’autotrasporto la decisione di sottoporre al consiglio dei ministri di lunedi prossimo la proposta di erogare i 500 milioni di sostegno all’autotrasporto ricorrendo alla via più diretta, veloce ed efficace e cioè il ricorso al credito d’imposta. Tali contributi, come è noto, verranno riconosciuti alle imprese con veicoli di portata superiore alle 7,5 tn. e di classe ecologica euro 5 e 6. Il credito d’imposta sarà pari al 25% sui consumi di gasolio effettuati nel primo trimestre dell’anno in corso.
Categoria: Senza categoria
L La
La ViceMinistra del MIMS Teresa Bellanova ha convocato per domani le Associazioni dell’Autotrasporto con largo anticipo sui tempi previsti dopo l’ultima riunione nel corso della quale erano state ipotizzate diverse modalità di erogazione alle imprese dell’autotrasporto dei 500 milioni previsti nel decreto interministeriale MIMS e MISE.
Il settore dei trasporti in Italia è direttamente responsabile del 25,2% delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7% delle emissioni di CO2, a cui si aggiungono le emissioni nel settore dell’aviazione e del trasporto marittimo internazionali. Questo il dato saliente del rapporto sulla “Decarbonizzazione e trasporti” che il Ministero de3llo Sviluppo Economico ha reso noto nei giorni scorsi. Il 92,6% delle emissioni nazionali di tutto il comparto, in particolare, è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e merci, settore per il quale si registra un aumento del 3,2% delle emissioni tra il 1990 e il 2019, in controtendenza rispetto al calo del 19% delle emissioni totali durante lo stesso periodo. Per contribuire a raggiungere gli obiettivi europei, del pacchetto ‘Fit for 55’, che prevedono la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 e il loro azzeramento entro il 2050, è necessario accelerare il processo di decarbonizzazione, partendo proprio dal settore della mobilità. Per ridurre le emissioni climalteranti del settore le soluzioni tecnologiche basate sull’elettrificazione sono quelle al momento più promettenti per diversi comparti, soprattutto quello del trasporto su strada. Per mezzi come auto, veicoli commerciali, bus e treni, sono già adottabili su larga scala.
Biometano, idrogeno verde, biocombustibili avanzati e combustibili sintetici, a causa dell’attuale scarsa capacità produttiva e degli alti costi collegati, potranno servire a decarbonizzare trasporti più difficilmente elettrificabili, come quelli marittimi, aerei e camion a lunga percorrenza. Settori in cui l’elettrificazione necessita ancora di investimenti in ricerca e sviluppo. Se3condo il rapporto MISE inoltre I veicoli elettrici a batteria (BEV) sono l’opzione più idonea per raggiungere gli obiettivi al 2030, sia in termini di efficienza energetica, sia di riduzione delle emissioni. Già con il mix energetico attuale, infatti, la sostituzione dei veicoli a combustione interna, che oggi rappresentano il 99% del trasporto stradale italiano, con veicoli elettrici comporterebbe per il nostro Paese una riduzione del 50% delle emissioni sul ciclo di vita del trasporto leggero su strada. Un risultato ancora migliore si otterrebbe aumentando la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, come già previsto dal PNRR. Dal punto di vista dei costi, la soluzione risulta oggi quella più praticabile considerando che, sull’intero ciclo di vita, il costo totale di possesso e utilizzo di un’auto privata a trazione elettrica è inferiore a quello di una con motore a combustione interna e l’impatto ambientale è notevolmente inferiore. È necessario tuttavia potenziare le infrastrutture di ricarica, investire sulla produzione industriale nazionale di batterie e di veicoli, favorire il riciclo dei materiali rari. In questo settore sono identificate tre possibili alternative per sostituire i mezzi ad alimentazione tradizionale: i veicoli a batteria, con necessità di ricarica ad altissima potenza (1 MW) o di scambio delle batterie (battery swap), i veicoli elettrici alimentati attraverso una linea aerea installata sulle autostrade e, a certe condizioni, i veicoli a idrogeno verde.
Dalle analisi contenute nel Rapporto risulta che un camion elettrico possa conseguire risparmi fino al 70% delle emissioni calcolate sul suo ciclo di vita. Le scelte da compiere dovranno essere necessariamente condivise con i partner europei e i Paesi confinanti per convergere su standard comuni e consentire una reciproca interoperabilità.
Pubblichiamo qui di seguito i particolari delle soluzioni per la erogazione alle imprese dei 500 milioni del fondo governativo per l’autotrasporto, prospettate durante l’ultimo incontro con la viceministra Berllanova la quale si è riservata di dare risposte nella prossima riunione prevista per i primi di maggio.
- Fondo Autotrasporto di 500 milioni: La soluzione ipotizzata di un credito di imposta per le imprese con veicoli di portata superiore alle 7,5 ton. e di classe ecologica euro 5 ed euro 6 non è percorribile. Sempre per la stessa platea di beneficiari stanno lavorando affinché venga riconosciuto un contributo diretto da parte dell’Agenzia delle Dogane.
- Riduzione dei 25 centesimi del carburante alla pompa. Tale riduzione, di portata generale, ad oggi in vigore sino al 2 maggio molto probabilmente verrà prorogata per altri 2 mesi. Abbiamo stigmatizzato tale intervento praticamente nullo per le imprese di autotrasporto con parco veicolare più ecologico che, come noto, non possono più recuperare per tale periodo il credito dei 21 centesimi di accisa.
- Credito di imposta AD BLUE-LNG: E’ in fase di definizione una bozza di decreto che dovrebbe rendere la misura già prevista dal Decreto Legge Energia operativa a breve.
- Accesso al mercato. In fase di sottoscrizione del Protocollo di Intesa dello scorso 17 marzo è stato concordato che per calmierare gli effetti derivanti dalla liberalizzazione dell’accesso al mercato, per le imprese che ne dovrebbero uscire, verrà riconosciuto un contributo per la perdita del potere di acquisto derivante dalla impossibilità di vendere la licenza. Verrà aperto un tavolo specifico sul tema.
- Investimenti e formazione. Entro un periodo di 4 mesi verranno pagati i contributi relativi a tali voci effettuati negli ultimi 2 anni.
- Marebonus-Ferrobonus. Stanno lavorando affinché i contributi -le cui entità e modalità non sono ancora operative- vengano riconosciuti direttamente alle imprese di autotrasporto.
I 500 milioni di euro, che il Governo ha stanziato in favore dell’autotrasporto e che saranno utilizzati a favore dei possessori di veicoli Euro 5 e 6 di massa complessiva maggiore di 7,5 tonnellate, non potranno essere distribuiti ricorrendo al credito d’imposta. Lo ha precisato la Viceministra Bellanova nel coroso dell’inc0ntro con le Associazioni dell’Autotrasporto che i è svolto venerdi scorso. A questo proposito la Viceministra ha aggiunto che si sta verificando la possibilità di elargire le risorse tramite l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che già dispone dei dati relativi al consumo di gasolio dei primi tre mesi del 2022.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi su proposta del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, ha firmato il dpcm che stanzia 650 milioni di euro l’anno, per tre anni, a sostegno dell’acquisto di veicoli più sostenibili. L’ecobonus include i veicoli per il trasporto merci, per i quali sono stati previsti 10 milioni nel 2022, 15 milioni nel 2023 e 20 milioni per il 2024. Le piccole e medie imprese, comprese le persone giuridiche, esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi, potranno accedere ai contributi destinati all’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi di fabbrica, ad alimentazione esclusivamente elettrica. Tale incentivo viene concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 4. Il contributo è così ripartito: 4.000 euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate; 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,49 tonnella12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate; 14.000 euro per i veicoli N2 superiori a 7 tonnellate e fino a 12 tonnellate
Confetra ha siglato un’intesa con i rappresentanti di Assologistica e i vertici di Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia, per creare un polo logistico nazionale con diverse infrastrutture su tutto il territorio. L’obiettivo primario è garantire un approvvigionamento più sicuro e sostenibile delle eccellenze dell’agroalimentare italiano, favorendo la competitività delle imprese.
Ups Italia è stata premiata tra le 57 migliori imprese della regione Lombardia per performance gestionale e affidabilità finanziaria nell’ambito della 40° edizione del Premio industria Felix. La società ha ricevuto l’alta onorificenza di bilancio per essersi distinta tra le migliori imprese a conduzione under 40 per performance gestionale e affidabilità finanziaria.
La guerra in Ucraina ha esacerbato le criticità sulle catene di fornitura originate dalla pandemia, con forti aumenti dei prezzi di alcune materie prime e con crescenti ritardi e rincari della logistica merci che ostacolano la normale operatività delle imprese.Il grido d’allarme è stato lanciato dal Presidente dell’Assolombarda Alessandro Spada. Nel primo trimestre 2022, più della metà delle imprese manifatturiere del Nord-ovest (51%) ha dichiarato di subire ostacoli alle esportazioni. Tra i principali fattori avversi, emergono i“prezzi e costi” (per il 24% delle imprese) e l’“allungamento dei tempi di consegna” (per il 15%). Inoltre, è aumentata in modo considerevole, dal 8% del quarto trimestre 2021 al 26% del primo trimestre 2022, la quota di imprese che evidenzia “altri fattori” tra i principali ostacoli che condizionano l’export, un incremento almeno in parte riconducibile all’instabilità causata dal conflitto Russia-Ucraina. Un primo focus riguarda quindi la logistica, sia nei tempi di consegna sia nei costi. Per quanto riguarda l’“allungamento dei tempi di consegna”, la crisi in Ucraina si inserisce in un quadro della logistica già caratterizzato da forte incertezza: lungo tutto il 2021 i ritardi nelle catene di fornitura si sono via via intensificati, per poi diminuire tra gennaio e febbraio 2022, complici i primi segnali di allentamento delle restrizioni pandemiche rilevati nei mesi di gennaio e febbraio. Ma a marzo 2022, con lo scoppio della guerra, i tempi medi di consegna sono tornati a crescere in tutta l’Area euro. Sul fronte dei costi, l’invasione dell’Ucraina ha determinato rincari considerevoli dei noli delle rotte marittime limitrofe ai territori colpiti, con riferimento sia alle petroliere di piccola taglia impiegate tra il Mar Nero e il Mediterraneo, sia alle navi cargo che trasportano grano e cereali passando dal Mar Nero. I rincari locali connessi alla guerra per il momento non incidono sugli indici aggregati, con i costi di spedizione globali che proseguono a muoversi lungo i trend precedentemente in atto(stazionarietà su alti livelli dei costi del cargo aereo e soprattutto dei noli container, alta volatilità per le portarinfuse). Un secondo focus riguarda i prezzi delle materie prime che, a oltre un mese dall’inizio del conflitto, si mantengono su livelli più alti di quelli di inizio febbraio 2022 e soprattutto ben superiori rispetto al periodo pre pandemia. Il prezzo del gas naturale europeo, dopo lo straordinario picco di inizio marzo, il 28 marzo 2022 si attesta sui 102,5 €/MWh, registrando un +818,2% rispetto a gennaio 2020; il prezzo del greggio prosegue su un trend di crescita (+79,0%); forti tensioni si confermano anche per i prezzi di frumento e mais (+89,4% e +96,2%), olio di girasole (+182%) e per il fertilizzante urea e nitrato di ammonio (+396%). L’acciaio non riesce a riassorbire l’aumento registrato dopo lo scoppio del conflitto (+208,3%); il prezzo del nichel continua a caratterizzarsi per elevata volatilità (+154,3%); alluminio e rame restano a livelli particolarmente elevati (+106,0% e +71,2%). Nel primo trimestre 2022 più della metà (50,8%) delle imprese manifatturiere del Nord-ovest dichiara ostacoli alle esportazioni, una percentuale in netto aumento rispetto al trimestre precedente (41,3% nel quarto trimestre 2021) e che si avvicina ai livelli post lockdown del terzo trimestre 2020 (52,9%) (Grafico 1). Tra i principali ostacoli alle esportazioni, si confermano l’“allungamento dei tempi di consegna” (per il 14,8%delle imprese del Nord-ovest) e i “prezzi e costi” (per il 24,1%). Inoltre, è aumentata in modo considerevole la quota di imprese che evidenzia “altri fattori” tra i principali ostacoli che condizionano l’export: dal 7,7% nel quarto trimestre 2021 al 25,5% nel primo trimestre 2022, un incremento almeno in parte riconducibile all’instabilità causata dal conflitto e dalle conseguenti sanzioni alla Russia (Grafico 2). A marzo 2022 si evidenzia un nuovo allungamento dei tempi di consegna delle merci; la crisi in Ucraina si inserisce in una situazione della logistica già di forte incertezza. Infatti, per tutto il 2021 le imprese manifatturiere del Nord-ovest hanno risentito in misura sempre più intensa di ritardi nelle catene di fornitura: se a inizio 2020 solo il 5,4% delle imprese dichiarava di subire allungamenti nei tempi di consegna, nel primo trimestre 2022 la percentuale è al 14,8%. Rispetto a fine 2021, la situazione media dell’ultimo trimestre risulta in miglioramento, ma se nei mesi di gennaio e febbraio i primi segnali di allentamento delle restrizioni pandemiche hanno comportato un parziale riassorbimento delle tensioni, a marzo 2022 gli effetti del conflitto sono evidenti sulla logistica di tutta l’Eurozona: secondo IHS Markit “…la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia hanno causato ampi ritardi sulla catena di fornitura, aggravando i disagi sulla distribuzione già provata dalla pandemia, inclusi i ritardi dovute alle nuove chiusure in Cina. Dopo l’alleggerimento avutosi a febbraio, i tempi medi di consegna di marzo si sono nuovamente allungati e al tasso maggiore da novembre scorso.” Al momento, i rincari nei costi di spedizione delle merci interessano in particolare le rotte navali limitrofe ai territori colpiti dal conflitto, mentre gli indici complessivi globali proseguono lungo i trend precedentemente in atto.