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Politecnico Milano su ECommerce: in Italia +13% nei primi 5 mesi del 2023, turismo e trasporti +27

Nel corso del 2023, gli acquisti online degli italiani hanno registrato una crescita del +13%, raggiungendo un valore complessivo di 54 miliardi di euro. I prodotti hanno segnato un incremento del +8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 35,2 miliardi di euro, mentre i servizi hanno toccato la quota di 18,8 miliardi di euro, con una crescita del +22%. Tra i comparti produttivi, si evidenzia un’accelerazione nei settori dell’abbigliamento, del beauty e dell’informatica, con incrementi di circa il +10%. Tuttavia, la progressione nel settore del Food & Grocery ha subito un rallentamento, lontano dai picchi registrati nel tempo del Covid, registrando solo un modesto aumento del +1% rispetto all’anno precedente. Tra i servizi, continua la crescita del settore turismo e trasporti (+27% rispetto al 2022) e Ticketing per eventi. Sono questi i dati salienti che emergono dall’ultima indagine condotta dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano. La ricerca è stata presentata in occasione dell’apertura del Netcomm Forum, l’evento di riferimento per il settore digitale in Italia. L’indagine di quest’anno si è focalizzata sulle nuove frontiere dell’esperienza di shopping, esplorando tematiche come i metaversi e lo space commerce. Il numero degli acquirenti online in Italia si è stabilizzato intorno ai 33 milioni nel 2023, senza previsioni di crescita significativa. Questo dato non rappresenta un arresto nella digitalizzazione dei consumatori, ma piuttosto un riassorbimento del boom causato dalla pandemia. Negli ultimi tre anni, la crescita degli acquirenti online abituali, che effettuano acquisti almeno una volta al mese, è stata 5,5 volte superiore a quella degli sporadici. Gli acquirenti abituali, che rappresentano il 90% delle transazioni online, generano la maggior parte del valore totale degli acquisti online (93%). L’età media degli acquirenti online è aumentata, raggiungendo i 46 anni in media, e la quota di acquirenti nelle grandi città è diminuita, avvicinando il profilo degli acquirenti online a quello dell’intera popolazione. Nell’eCommerce, l’esperienza di acquisto degli italiani è sempre più omnicanale, con il digitale che gioca un ruolo fondamentale nella decisione d’acquisto, anche se il processo si conclude in un punto vendita fisico. Nel 40% dei casi, i consumatori si informano online prima di acquistare in negozio, consultando siti web di rivenditori online, motori di ricerca, comparatori di offerte e caratteristiche, nonché i suggerimenti reperibili attraverso i social media. La consultazione dei servizi online prima dell’acquisto varia per categoria, raggiungendo il 75% per i prodotti di elettronica e il 70% per l’attrezzatura sportiva. Allo stesso tempo, lo store fisico svolge un ruolo importante nell’aiutare i consumatori a finalizzare l’acquisto online, con un caso su quattro in cui l’acquisto è stato preceduto da una visita in negozio. L’utilizzo dello smartphone e delle app per l’eCommerce è in costante aumento. Più della metà degli acquisti online sono effettuati tramite dispositivi mobili, come smartphone e tablet, mentre il restante viene effettuato tramite PC. Lo smartphone ha svolto un ruolo cruciale nell’aumento degli acquisti online, grazie anche all’aumento delle transazioni tramite app. Sebbene lo smartphone non sia destinato a diventare l’unica modalità per l’eCommerce, è fondamentale per la gestione intelligente degli acquisti, offrendo modalità di autenticazione come il riconoscimento facciale o l’impronta digitale. Inoltre, lo smartphone ha integrato il retail fisico con quello digitale, arricchendo l’esperienza di acquisto nel punto vendita. È il touchpoint digitale più utilizzato prima di concludere un acquisto in negozio e consente ai consumatori di avere profili personalizzati, esperienze d’acquisto sociali, pagamenti rapidi e assistenza post-vendita.

 

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Viabilità e maltempo: chiusura della E45 ed altre disposizioni

Viabilità Italia, con un comunicato stampa ufficiale, ha fornito aggiornamenti sul maltempo che sta colpendo l’Italia centro-settentrionale in questi giorni. Le due situazioni di maggiori criticità che stanno interessando la viabilità del Paese riguardano: chiusura della E45 in direzione nord all’altezza di San Sepolcro (AR) per il traffico pesante obbligatoriamente dirottato verso la A1;  A14: uscita obbligatoria per tutti i veicoli in direzione nord al casello di Rimini Nord; uscita obbligatoria per il traffico diretto a sud sulla A13 direzione nord; il traffico proveniente dalla A13 direzione sud può percorrere la A14 solo in direzione nord. In aggiunta, per coordinare la circolazione autostradale del traffico commerciale sulla A22 nelle vicinanze del confine di Stato con i provvedimenti che verranno adottati dalle Autorità estere, il Commissario del Governo per la Provincia Autonoma di Bolzano ha disposto il divieto di circolazione, per i veicoli adibiti al trasporto di cose di massa complessiva a 7,5 t., nella tratta Vipiteno-Brennero, nelle fasce orarie 00:00 – 22:00 nei giorni 18, 29 maggio e 8 giugno.

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Riforma Dogane: la Commissione UE da il via, adesso l’approvazione del Parlamento comunitario

La Commissione Ue ha dato via libera al pacchetto di riforma delle dogane che entrerà in vigore gradualmente dal 2028 al 2038. La riforma, che prenderà il via nel 2028, ruota intorno alla creazione del “Data Hub”, portale unico europeo on-line che nel 2038 sostituirà gli attuali 111 sistemi informatici nazionali ed  all’interno del quale verranno caricati e raccolti tutti i dati delle imprese attive nel commercio all’interno del mercato unico. Il portale sarà gestito da una nuova autorità doganale dell’Ue, istituita col compito di supervisionare l’hub di dati presenti. La Commissione stima che la sostituzione dell’attuale infrastruttura informatica doganale esistente negli Stati membri dell’Unione con il nuovo Data Hub, farà risparmiare agli Stati fino a 2 miliardi di euro all’anno di costi operativi. Le imprese che vogliono trasportare merci all’interno dell’Ue potranno farlo registrando tutte le informazioni sui propri prodotti e sulle filiere nel nuovo Hub di dati doganali europeo. Se i processi aziendali e le catene di approvvigionamento saranno riconosciuti come completamente trasparenti, gli operatori commerciali più affidabili (“Trust and Check”) potranno mettere in circolazione le loro merci nell’Ue senza alcun intervento doganale attivo. La categoria Trust & Check punta a rafforzare il programma già operativo di Operatori economici autorizzati (AEO) esistente per gli operatori di fiducia. I commercianti di fiducia Trust & Check potranno inoltre sdoganare tutte le loro importazioni presso le autorità doganali dello Stato membro in cui hanno sede, indipendentemente dal luogo dove le merci hanno fatto ingresso. Il Data Hub aprirà per le spedizioni di e-commerce nel 2028, seguito (su base volontaria) da altri importatori nel 2032. Una revisione in 2035 valuterà se questa possibilità potrà essere estesa a tutti i trader quando l’Hub diventerà obbligatorio a partire dal 2038. La riforma abolisce inoltre l’attuale soglia in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazio doganale, eccezione spesso sfruttata per eludere il fisco. Va da se che le proposte legislative saranno ora trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea per approvazione e al Comitato economico e sociale europeo per consultazione.

 

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ultimo miglio: Next generation organizza un dibattito

Next Generation Mobility organizza un focus su “Ultimo miglio e servizi per la città: verso una logistica sostenibile” in programma il 3 giugno dalle 14.00 alle 15.30. Il trasporto e la mobilità, non sono solo delle persone. L’ esplosione dell’ e-commerce costringe tutti  a riscrivere le regole del traffico in città non solo per quanto riguarda la consegna, ma anche per tutta la logistica e i servizi di recupero e smaltimento degli imballaggi tenendo conto di una progettatazione misurata sull loro impatto ambientale e cercando di ridurlo al massimo.

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sole24ore: cala il traffico mezzi pesanti sulle autostrade, il peso del Brennero

Autostrade, traffico su del 6% ma sono in calo i mezzi pesanti
Le rilevazioni Telepass: nei primi quattro mesi 2023 vetture sui valori pre Covid
Tir in frenata (-4%) dopo la ripresa del 2022: soffre anche l’asse del Brennero

L’andamento del traffico autostradale è sempre un buon indicatore dello stato di salute dell’economia. I dati relativi ai transiti attraverso i varchi Telepass, sia delle autovetture private sia dei mezzi pesanti, lungo la rete nazionale a pedaggio (oltre 6mila chilometri) nel primo quadrimestre 2023 restituiscono l’immagine di un Paese che sta rapidamente tornando ai livelli pre Covid. Anche se non manca qualche zona d’ombra legata nello specifico al trasporto pesante, sul quale potrebbe pesare il rallentamento della produzione industriale registrato nel primo trimestre del 2023. Ma andiamo con ordine.

Attualmente, i possessori di Telepass, società del gruppo Mundys (ex Atlantia), sono 7,5 milioni e rappresentano circa il 70% del totale dei pagamenti effettuati sulle autostrade italiane. Quindi è un campione statisticamente rappresentativo dell’universo nazionale.

Risale il traffico privato

Nel periodo gennaio-aprile 2023 le transazioni autostradali Telepass sono risultate pari a 322,5 milioni, con una crescita del 3,45% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo quadrimestre 2019, ultimo anno prima della pandemia, le

precedente. Nel primo quadrimestre 2019, ultimo anno prima della pandemia, le transazioni Telepass erano risultate pari a 326,1 milioni. Da notare che nel primo quadrimestre 2020, in coincidenza con il dilagare del Covid e dei primi lockdown, i transiti dai caselli Telepass avevano subito un crollo del 33,26%, a quota 217,7 milioni: oltre 100 milioni di passaggi in meno.

Telepass fornisce anche la suddivisione dei transiti per tipologia di cliente: business, consumer (autovetture private), fleet (flotte aziendali) e truck (mezzi pesanti). Il primo dato che balza all’occhio è quello relativo ai privati, ovvero la tipologia di utenti che aveva registrato i cali maggiori durante la pandemia. Ebbene, nel primo quadrimestre 2023 la categoria consumer registra 158,6 milioni di transazioni, circa il 6% in più del gennaio-aprile 2022 (per l’esattezza: +5,63%). Nei primi quattro mesi del 2019, i transiti della tipologia consumer erano risultati pari a 161 milioni: si può concludere che il traffico privato lungo le autostrade italiane abbia quasi del tutto recuperato i livelli pre-pandemia.

Tir in frenata

Interessante il caso dei mezzi pesanti: in valore assoluto, le transazioni Telepass nel primo quadrimestre 2023 relative ai Tir, pari a 37,5 milioni, risultano superiori al dato 2019 (36,8 milioni) ma in calo del 4% circa sul 2022, quando si era registrato un picco di oltre 39 milioni di transiti. Spesso, l’andamento del traffico pesante è influenzato dall’andamento della produzione industriale e in effetti abbiamo visto che, nel primo trimestre del 2023, l’attività industriale in Italia ha subito un rallentamento rispetto all’anno precedente (dati Istat).

Vedremo se nel prosieguo dell’anno questa tendenza sarà confermata o meno. Da notare, sempre per questa tipologia di traffico, il dato negativo del Trentino-Alto Adige (-10,78%), attraverso il quale passa l’asse autostradale del Brennero, ovvero il principale corridoio di collegamento tra l’Italia e l’Europa. Un asse strategico per le

Adige (-10,78%), attraverso il quale passa l’asse autostradale del Brennero, ovvero il principale corridoio di collegamento tra l’Italia e l’Europa. Un asse strategico per le nostre esportazioni.

Per quanto riguarda le due categorie rimanenti, risultano entrambe in crescita: +2,8% i transiti business (a quota 116,8 milioni) e +7,47% le flotte aziendali (9,4 milioni).

Piattaforma multiservizi

Intanto, la società Telepass è impegnata a consolidare il processo di internazionalizzazione (già oggi è presente, con servizi diversi, in 14 Paesi europei) e a completare la propria trasformazione in una piattaforma digitale per i servizi di mobilità. Oltre ai servizi di pedaggio, già oggi Telepass svolge un ruolo crescente nell’acquisto di servizi assicurativi, del ticketing, dei parcheggi, fino ad arrivare all’acquisto di Skipass. La scatoletta che 7,5 milioni di persone hanno dentro la propria auto è già un sistema di pagamento digitale integrato, adatto a cogliere i nuovi trend di mobilità che si stanno imponendo a livello globale e che vedono la logica “seamless” (senza soluzione di continuità) sempre più preponderante.

Secondo una ricerca condotta da Mobius Lab, laboratorio internazionale di ricerca specializzato sui trend di mobilità, nato dalla partnership tra Sda Bocconi School of Management e Mundys sotto la direzione di Fabrizio Zerbini, nel 2022 Telepass ha registrato più di 25 milioni di transazioni MaaS (Mobility-as-a-Service, cioè una serie di servizi di mobilità diversi, personalizzati in base alla domanda) sulla sua piattaforma integrata multiservizi.

Sole24ore

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CQC: autorizzati i corsi di formazione nei Paesi di origine

Passo in avanti per alleviare la cronica mancanza di  conduttori di veicoli commerciali: la G.U  ha pubblicato la legge n.50 nella quale è stata inserita una disposizione che agevola l’ingresso e il soggiorno al di fuori delle normali quote riservate agli autisti, limitatamente al biennio 2023 e 2024. Nel concreto si concede la possibilità a conducenti di Paesi terzi di entrare in Italia tramite la possibilità di organizzare prima, nei luoghi di origine dei lavoratori stranieri, dei corsi di formazione professionale che potrebbero essere  finalizzati all’acquisizione della CQC. Questa possibilità è concessa però alle associazioni datoriali rappresentate nel CNEL dopo aver concordato le attività formative da svolgere nei Paesi di origine con gli organismi formativi, con gli operatori dei servizi per il lavoro accreditati o anche con enti e associazioni operanti nel settore dell’immigrazione. Una procedura, quindi, semplificata, visto che non viene richiesta un’intesa ulteriore con il ministero. Lo stesso articolo precisa poi che, a formazione avvenuta e ad attestato conseguito, questi autisti hanno tre mesi di tempo per poter entrare in Italia, seguendo le procedure previste per gli ingressi per lavoro per casi particolari (quelle cioè descritte nell’art 27 Dlgs 286/98).  Ultima novità, non meno rievante,  quella di riservare quote ulteriori rispetto a quelle già previste, per gli apolidi e per i rifugiati riconosciuti dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite o dalle autorità competenti nei Paesi di primo asilo, per concedere loro la possibilità di entrare in Italia a svolgere lavori stagionali o subordinato, laddove questi stranieri siano cittadini di Paesi con cui l’Italia ha sottoscritto intese o accordi in materia di rimpatrio.

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sole24ore: serve un miliardo per rinnovare le flotte

Sulla carenza di autisti professionisti, circa 20mila nei prossimi due anni, di cui 5.500 nell’immediatio, si è detto e scritto molto. Sul caro carburante anche, con i prezzi alle stelle di gasolio e AdBlue. In questo momento, però, spuntano nuove emergenze per gli autotrasportatori italiani: la transizione ecologica imposta a tappe forzate dall’Unione europea, sulla scia di quanto è stato deciso per le auto con la messa al bando dei motori endotermici a partire dal 2035 (salvo quelli alimentati con gli e-fuel) e la questione dei valichi alpini, con le criticità del Brennero e del Monte Bianco. L’attenzione sul settore è massima perché, sebbene le politiche europee spingano per il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia, per i prossimi 30-40 anni la gomma resterà la modalità di trasporto prevalente. Oggi il tutto strada assorbe circa l’80% del traffico interno della Ue. Qui parliamo di trasporto pesante (Tir), cioè mezzi oltre le 3,5 tonnellate di peso: quindi autotreni o autoarticolati.L’inadeguatezza dei veicoli dedicati al trasporto pesante nel nostro Paese è lampante: sono in prevalenza mezzi vecchi ad alimentazione quasi esclusivamente diesel (gasolio). Un primo dato: nel settore nazionale dell’autotrasporto sono attive oltre 82mila imprese. Di queste, nonostante la crescita delle società di capitali (circa 25mila), quasi 43mila, ovvero più della metà, sono imprese individuali, in pratica i padroncini, che dispongono in media di uno o due automezzi. In Italia circolano 725.500 Tir, oltre il 50% dei quali ante Euro 4. L’età media dei mezzi in circolazione è di 14,3 anni, tra le più elevate in Europa. Nel 2022 il 96,2% delle immatricolazioni totali di camion (pari a 24.624 mezzi, fonte Unrae) risultano alimentate a gasolio. Le altre quote, irrisorie, sono divise tra mezzi a gas naturale liquefatto (Gnl) e metano. I veicoli a trazione elettrica venduti in Italia nel 2022 sono stati solamente 19. In questo scenario è piombata nelle ultime settimane la proposta della Commissione europea di tagliare le emissioni di CO2 anche nel trasporto pesante. Ecco la progressione immaginata dalla Ue: i Tir dovranno ridurre le emissioni inquinanti del 45% a partire dal 2030, del 65% dal 2035 e del 90% dal 2040. Ora, sull’onda del via libera al regolamento che vieta benzina e diesel per le auto, la Commissione potrebbe essere incoraggiata ad anticipare i target di riduzione delle emissioni per i mezzi pesanti, di fatto vietando la vendita di camion con motore a combustione anche prima del 2040. Obiettivi che spaventano l’autotrasporto italiano.  «Siamo convinti – dice Paolo A. Starace, presidente della sezione veicoli industriali dell’Unrae – che l’accelerazione della transizione potrà avvenire sostenendo l’adozione di un mix di tecnologie, tra cui l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici attualmente in circolazione (ma prima servirà l’accordo con l’Europa, ndr), l’elettrico e l’idrogeno, per il quale dovremo però attendere ancora qualche anno. È auspicabile – continua Starace – un intervento tanto deciso quanto risolutivo da parte delle istituzioni, senza il quale dovremo rassegnarci all’idea che sulle nostre strade circolino veicoli inquinanti e con bassi standard di sicurezza rispetto agli attuali mezzi in produzione».

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Agenzia Entrate: istituiti i codici tributi a favore imprese x acquisto gas naturale ed energia elettrica

Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per il secondo trimestre 2023 per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24 dei crediti d’imposta a favore delle imprese a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. La risoluzione riconosce alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, un contributo straordinario sotto forma di credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, consumato nel secondo trimestre solare dell’anno 2023 “per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al primo trimestre dell’anno 2023, dei prezzi di riferimento del mercato infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore dei mercati energetici, abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019”.  Il codice tributo previsto dalle Dogane con la risoluzione n.20/E del 10 maggio 2023 è “7018” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale (secondo trimestre 2023).

 

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logistica: studio della Bocconi

Se c’è un settore che è stato ingiustamente trascurato nel dopoguerra italiano, nonostante la sua cruciale importanza, questo è stato la logistica in generale, e l’autotrasporto in particolare. La gratitudine nei confronti di imprese e lavoratori, che pervadeva l’opinione pubblica durante i lunghi mesi di lockdown, è svanita per lasciare il posto a pensieri altri. Oggi, il comparto vive un momento ad un tempo critico ed esaltante, probabilmente foriero di grandi mutamenti nell’assetto organizzativo di molte aziende, che si trovano a dover gestire quattro grandi sfide.

1 Dopo decenni di relativa stabilità economica e politica, è opinione diffusa che il sistema internazionale, e con esso il trasporto internazionale, sia entrato in un’epoca di instabilità. L’incertezza dei costi di produzione e le sempre più frequenti interruzioni delle catene logistiche internazionali necessiteranno di competenze e tecnologie in grado di affrontare e risolvere le criticità in tempi ristretti.

 2 La carenza di manodopera affligge molte imprese dell’autotrasporto. È una scarsa vitalità dell’offerta di lavoro determinata da numerosi fattori quali i livelli salariali, le condizioni lavorative, le scarse prospettive di carriera, così che diventare più attraenti, soprattutto agli occhi delle nuove generazioni, è diventata ormai una priorità.

3 La digitalizzazione e la cybersecurity stanno modificando in maniera significativa le modalità di tracciamento, sdoganamento e gestione dei carichi. Cogliere questa sfida tecnologica è vitale affinché il nostro sistema non esca dalle global supply chain.

4 Infine, gli obiettivi e le politiche per la decarbonizzazione rappresentano senza dubbio un fardello economico, ma sono pure un incentivo a svecchiare l’attuale materiale circolante.

L’Italia, per morfologia e dispersione della popolazione, non può fare a meno di un robusto trasporto su gomma, che ora ha bisogno di investimenti significativi non solo per finanziare l’innovazione tecnologica, ma anche per rinnovare l’organizzazione delle aziende del settore, agendo su complessità manageriale e sistemi di welfare per i lavoratori, in modo da renderle più resilienti e attraenti per i giovani talenti. Contemporaneamente, è necessario stimolare la crescita esterna delle imprese perché aumentino la dimensione media, in modo da rinforzarne la competitività. In questo frangente, sarebbe importante un maggiore attivismo di fondi di investimento in partenariato pubblico-privato a sostegno delle necessità di trasformazione del settore, con particolare attenzione alle operazioni a più elevato contenuto innovativo.

Università Bocconi.

Fonte Sole24ore

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milioni140 riduzione pedaggi: apertura lunedì 5 giugno

Si apre Lunedì 5 giugno alle ore 9  con chiusura prevista per l’11 giugno, la prima fase della procedura di riduzione compensata dei pedaggi autostradali per l’anno 2022. Le risorse disponibili ammontano a 140 milioni di euro per i costi sostenuti per i pedaggi autostradali  pagati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, con veicoli Euro 5, Euro 6 o superiore, o ad alimentazione alternativa o elettrica. La riduzione non può mai essere superiore al 13% del valore del fatturato annuo. Due le fasi della procedura: la prima fase riguarda la prenotazione della domanda che potrà avvenire esclusivamente attraverso l’applicativo “Pedaggi” al quale si può accedere attraverso il portale dell’Albo degli autotrasportatori. La seconda fase prevede invece l’inserimento dei dati relativi alla domanda, firma digitale e invio dell’istanza che potrà avvenire dalle ore 09:00 del 26 giugno 2023 fino alle ore 14:00 del 21 luglio 2023.