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Contributi AdBlue e GNL: Comunicato stampa MIT su correzioni istanze

Questo il testo del comunicato stampa MIT

“Si comunica che, esclusivamente al fine di consentire la correzione delle istanze già presentate
e che non risultano correttamente acquisite, le due piattaforme implementate dall’Agenzia delle
dogane e dei monopoli in attuazione dei decreti direttoriali:
– n. 192 del 11 maggio 2023 e per il contributo per acquisto componente AdBlue (solo novembre
e dicembre 2022)
– n. 198 del 15 maggio 2023 e successive modifiche per il contributo per acquisto GNL
saranno rese entrambe disponibili dalle ore 16:00 del giorno 20 luglio fino alle ore 16:00 del giorno
27 luglio 2023.
Al fine di rendere edotti i soggetti interessati, il presente comunicato sarà pubblicato nel sito delle
amministrazioni interessate e trasmesso alle associazioni di categoria degli autotrasportatori”.

Roma, 18 luglio 2023

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Agenzia delle Entrate chiarisce regime di tassazione lavoratori destinati a aziende italiane

Se un’agenzia di intermediazione insediata in un paese del’Est  assume dei lavoratori da destinare a un’azienda italiana, dove vanno pagate tasse e contributi? In Italia, perché il lavoratore è residente nella penisola, o in Bulgaria, dove è stato effettivamente assunto?  l’Agenzia delle Entrate ha chiarito la questione sostenendo che in generale, per l’art. 3, comma 1, del Testo Unico delle imposte sui redditi (TUIR), approvato con D.P.R. del 22 dicembre 1986, n. 917, le persone residenti in Italia sono tassate sull’insieme dei loro redditi percepiti, indipendentemente dal luogo in cui questi siano prodotti, mentre, nel caso di soggetti non residenti, sono tassati in Italia solo i redditi prodotti nel territorio italiano. Inoltre, aggiunge – richiamando il paragrafo 2 del medesimo articolo 13 – che «le remunerazioni che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un’attività dipendente, svolta nell’altro Stato contraente, sono imponibili soltanto nel primo Stato sea) il beneficiario soggiorna nell’altro Stato per un periodo o periodi che non oltrepassano in totale 183 giorni nel corso dell’anno fiscale considerato; b) le remunerazioni sono pagate da o per conto di un datore di lavoro che non è residente dell’altro Stato; c) l’onere delle remunerazioni non è sostenuto da una stabile organizzazione o da una base fissa che il datore di lavoro ha nell’altro Stato». Ma questa è la regola generale. Perché la stessa Agenzia, poi, puntualizza che esiste una deroga laddove l’attività lavorativa sia svolta anche nell’altro Stato contraente. Più precisamente, nel caso in cui i lavoratori residenti in Italia siano assegnati ad aziende con sede in Italia, presso cui svolgono le relative prestazioni, ricorre tassazione esclusiva in Italia, con illegittimità della ritenuta fiscale eventualmente operata in Bulgaria dalla società di intermediazione. E questo perché non si tiene conto della residenza del soggetto pagatore delle remunerazioni, in quanto la Convenzione si riferisce esclusivamente alla residenza (Italia) e al luogo di svolgimento dell’attività lavorativa. Di conseguenza, i lavoratori saranno tenuti ad assoggettare a imposizione le relative remunerazioni esclusivamente in Italia. Se invece i lavoratori residenti in Italia siano assegnati ad aziende con sede in Bulgaria e svolgeranno qui la prestazione, allora ricorre una tassazione concorrente dei due Paesi. Peraltro, in ipotesi di parziale assegnazione, ove i lavoratori prestino parte dell’attività in Italia e parte in Bulgaria, solamente i redditi riferibili a tale ultima porzione saranno assoggettati a tassazione concorrente in Italia e in Bulgaria. Pertanto, le remunerazioni percepite dai lavoratori residenti in Italia per l’attività dipendente prestata in Bulgaria, sebbene sottoposte a tassazione bulgara, dovranno essere comunque dichiarate e assoggettate a tassazione in Italia, con la conseguenza che l’eventuale doppia imposizione sarà risolta attraverso il riconoscimento, da parte italiana, di un credito per le imposte estere (ai sensi dell’articolo 22 della Convenzione e dell’articolo 165 del TUIR).

FONTE ASSOTIR

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ART: il DL Lavoro conferma la soppressione del contributo e gli stanziamenti di 285 milioni per l’Autotrasporto

Conferma della soppressione del contributo ART e degli stanziamenti a favore dell’Autotrasporto di 285 milioni. Queste le principali misure contenute nel DL Lavoro apprena convertito in legge dal Parlamento.  Quanto alle modalità operative restano confermate quelle ampuiamente note

 

 

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Brennero: da 6 a 23agosto blocco treni, ma sospensione divieto per tir

Dal 6 al 23 agosto, per oltre due settimane, nessun treno potrà transitare dal Brennero a causa dei lavori che saranno eseguiti nelle gallerie ferroviarie sul versante austriaco.Lo hanno fatto sapere le ferrovie Öbb all’Apa specificando che lo stop riguarderà tutti i treni: passeggeri, Rola e merci, locali e a lunga percorrenza. Per r 71 treni locali e dieci treni Eurocity ogni giorno saranno offerti servizi sostitutivi e per la durata del blocco l’Austria sospenderà il divieto settoriale per i tir in Tirolo. Inoltre, dal 6 all’11 agosto ci sarà anche una chiusura della linea tra Bolzano e Trento, per cui saranno previsti autobus da Innsbruck a Trento. Per le ferrovie non ci sarebbero alternative alla chiusura totale, vista la complessità dei lavori da 15 milioni di euro in un territorio di montagna.

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Brennero e Ponte sullo Stretto: IL Ministro Salvini ha incontrato a Roma il Commissario Europeo Valean

Il Ministro del MIT Matteo Salvini ha incontrato ieri il Commissario Europeo Valean alla quale ha esposto i programmi italiani per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, puntando però l’attenzione sui corridoi europei Ten-T e il dossier-Brennero che interessa in modo particolare l’Autotrasporto. Al Commissario Europeo Slavini ha ancora una volta ribadito che l’Italia:” è pronta  a ricorre in Corte di Giustizia”.

 

 

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patenti guida ed effcienza motorizzazione: Fedit audita in Parlamento

Il Segretario Generale della Fedit Alfredo D’Ascoli è stato audito informalmente dalla Commissione Trasporti della Camera nell’ambito dell’indagine conioascitiva della Commissione Parlamentare sui problemi dell’Autotrasporto , del ruolo della Motorizzazione e la carenza degli autisti.

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logistica: Gls investe 14 milioni per hub logistico area Lodi

 

Sei pacchi al secondo. Con un investimento di 14 milioni, di cui otto per le strutture di automazione, Gls Italy ha realizzato in Lombardia un nuovo hub internazionale di smistamento logistico. Struttura inaugurata oggi posizionata in provincia di Lodi a Sordio, su una superficie di 27mila mq, con un’area coperta di 12mila metri divisa tra uffici, strutture accessorie e ovviamente magazzino. L’obiettivo dell’hub, in grado di smistare più di 21mila colli all’ora, è quello di rafforzare la competitività del gruppo, posizionandosi in un’area fortemente infrastrutturata, posta a poche centinaia di metri dall’uscita Vizzolo Predabissi dell’autostrada A58, tangenziale esterna di Milano che agevola i collegamenti del capoluogo con Brescia e Bergamo, punto nevralgico a ridosso inoltre dell’autostrada A1, direttrice che connette Bologna.«Siamo particolarmente orgogliosi di aver portato a termine questo progetto che ci posizionerà al fianco del tessuto imprenditoriale lombardo e non solo – commenta Klaus Schädle, Group Area Managing Director di GLS – Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’esplosione dei volumi internazionali dovuta anche al gradimento sempre maggiore dei prodotti del Made in Italy all’estero e per questo motivo il nuovo hub rivestirà un ruolo chiave all’interno della nostra più ampia strategia internazionale che ci vede sempre più presenti al fianco delle aziende che stanno espandendo il loro business oltre i confini nazionali». Contenimento dei consumi energetici e attenzione alla sostenibilità si concretizzano in alcuni accorgimenti adottati, tra cui il recupero delle acque piovane e i sensori di accensione automatica delle luci. Il nuovo hub di Sordio impiegherà circa 150 persone, addetti spostati dagli hub di Lainate e San Giuliano, centri che resteranno operativi. Il gruppo Gls in Italia dispone di una flotta di 8500 mezzi e ha una rete di 160 sedi e 13 hub, struttura che serve 150mila clienti. Opera in 40 paesi, sviluppa ricavi per 5,4 miliardi di euro, lo scorso anno ha consegnato 862 milioni di colli.Rilevante il ruolo dell’Italia: nel 2022 Gls Italy ha fatturato 918 milioni, in crescita dagli 847 dell’anno precedente.

FONTE Sole24ore

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Galleria Monte Bianco: chiusura per lavori dalle 17 del 4 settembre alle 22 di ounedi 18 dicembre

La società Tmb-Geie, che gestisce la galleria stradale del Monte Bianco, ha annunciato la totale chiusura alla circolazione causa lavori di manutenzione e risanamento per circa 15 settimane, dalle ore 17 di lunedì 4 settembre alle ore 22 di lunedì 18 dicembre 2023. Sarà la prima volta che verranno eseguiti lavori di bonifica profonda di queste dimensioni sulla struttura del Traforo dalla sua costruzione 60 anni fa. Per questo motivo, in questa prima fase, verranno svolti test per «lavori di risanamento profondi sulla struttura, con importanti interventi di genio civile sull’impalcato su cui poggia il piano viabile e sulla volta». Una seconda fase test si svolgerà nel 2024.Il cantiere del 2023 sarà lungo 600 metri per risanare la volta in due tratti di galleria. La società precisa che «la realizzazione di questi lavori comporterà lo smontaggio di tutti gli impianti di sicurezza presenti sulla volta – gli acceleratori per il controllo della corrente d’aria longitudinale, le telecamere e la rilevazione automatica di evento, il cavo termometrico, ecc. – impianti che rappresentano uno dei pilastri su cui si fonda il dispositivo di sicurezza. Nell’impossibilità di rimuoverli ogni sera e rimontarli ogni mattina, questo cantiere richiederà perciò una chiusura totale al traffico».Nella primavera del 2024 saranno attuati altri interventi su 640 metri della volta, per una spesa totale per i due periodi di 50 milioni di euro. I lavori di risanamento consisteranno principalmente in una nuova impermeabilizzazione contro le infiltrazioni di acqua. La società di gestione ha scelto come periodo dei lavori l’autunno perché l’affluenza di veicoli è più bassa, soprattutto quelli leggeri (che nel 2022 hanno rappresentato il 67% del traffico totale).

fonte  UOMINI e TRASPORTI

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carenza autisti: l’IRU lancia un nuovo piano internazionale per risolvere il problema

L’IRU, l’organizzazione mondiale dei datori di lavoro del trasporto su strada, che rappresenta oltre 3,5 milioni di operatori del trasporto su strada, e l’ITF, la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti, che rappresenta 18,5 milioni di lavoratori dei trasporti, hanno lanciato oggi un piano in tre punti per aiutare a risolvere la carenza di autisti. Il nuovo approccio mira ad alleviare la carenza di conducenti e gli squilibri del mercato del lavoro nel settore dei trasporti, garantire condizioni e standard di lavoro dignitosi per i conducenti che lavorano al di fuori del loro paese d’origine e semplificare e applicare le norme per lavoratori e datori di lavoro. Il segretario generale dell’IRU, Umberto de Pretto , ha dichiarato: “La carenza di autisti sta rapidamente andando fuori controllo. Bilanciare l’offerta e la domanda di manodopera globale attraverso semplici misure per facilitare l’immigrazione legale e fermare lo sfruttamento dei conducenti non residenti è un modo per risolvere il problema, sostenere il lavoro dignitoso e mantenere in movimento servizi vitali di trasporto su strada”. Il segretario generale dell’ITF, Stephen Cotton , ha dichiarato: “I governi, i datori di lavoro dei trasporti e le multinazionali dei trasporti devono collaborare con i sindacati per costruire un lavoro dignitoso per porre fine alla carenza di autisti. Il trasporto su strada sarà in grado di attrarre e trattenere i conducenti solo se si baserà sulla cooperazione tra tutte le parti interessate e i titolari dei diritti per garantire un lavoro dignitoso, diritti fondamentali del lavoro e autentiche tutele sociali”. Il piano delinea l’azione per le Nazioni Unite, i governi nazionali e l’industria:

1. Nazioni Unite e organizzazioni internazionali – sviluppare un quadro globale con linee guida chiare per proteggere i conducenti non residenti; migliorare le condizioni dei conducenti e aumentare la coesione sociale; e armonizzare gli standard di qualificazione e il riconoscimento transfrontaliero.

2. Governi nazionali – modificare e applicare le procedure di immigrazione di lavoro per proteggere i conducenti non residenti, ridurre la burocrazia per consentire una più facile immigrazione legale per i conducenti attuali e potenziali; promuovere il riconoscimento delle qualifiche di paesi terzi attraverso accordi bilaterali; investire e aumentare l’applicazione delle leggi e dei regolamenti sul trasporto su strada; e sovvenzionare i programmi nazionali di formazione e integrazione.

3. Operatori del trasporto su strada – sviluppare programmi di integrazione operativa affinché i conducenti non residenti ricevano le stesse condizioni della loro forza lavoro nazionale; e sostenere i processi di formazione, gestione delle competenze e certificazione.

Il piano mira a bilanciare meglio i pool nazionali di manodopera – tra quelli con un surplus e quelli con un deficit di talento dei conducenti – senza esportare i problemi da un paese all’altro. Non dovrebbe prevalere sulle iniziative nazionali esistenti o danneggiare gli standard di sicurezza o le condizioni dei lavoratori.

Fonte IRU

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ANIASA: l’elettrico in Italia non decolla, il 30% immatricolazioni società di noleggio

L’elettrico non decolla in Italia e resta sotto la soglia del 4% delle auto nuove, ma almeno il 30% delle full electric viene immatricolata dalle società di noleggio. È il punto di partenza dei lavori organizzati da Aniasa, l’Associazione delle imprese della mobilità in capo a Confindustria, che ha realizzato uno studio con Bain & Company sui trend di cambiamento del mercato e sul peso crescente che le auto realizzate in Cina avranno sul mercato italiano. Le immatricolazioni di brand cinesi sono destinate a raggiungere il 4% al 2030, stando alle previsioni emerse nello studio, con un italiano su 5 che, pur preferendo brand europei, sta considerando marche cinesi perché più convenienti.

Da un lato, dunque, un quadro di incertezza economica, con con 6 italiani su 10 che nel 2022 hanno deciso di annullare o posticipare l’acquisto preventivato. Dall’altro l’aumento della propensione a scegliere il noleggio come forma di accesso ai servizi di mobilità. Nei primi 5 mesi dell’anno, con un mercato dell’auto comunque in ripresa sul 2022 (+26%), il noleggio veicoli ha registrato una crescita del 63%, che ha trainato l’intero comparto automotive, raggiungendo per la prima volta in modo stabile quota 33% dell’immatricolato nazionale. Con le aziende del comparto che hanno immatricolato il 30% delle auto elettriche e il 54% delle ibride plug-in.

«Lo studio condotto con Bain & Company – sottolinea Alberto Viano presidente di Aniasa – evidenzia una volta di più la centralità dell’auto nella mobilità degli italiani, sempre più inclini all’uso rispetto alla proprietà, e il ruolo strategico che il noleggio può giocare nella transizione ecologica del nostro parco circolante. Dati, questi, che rendono ancora più evidente l’opportunità di utilizzare, con interventi mirati, la leva fiscale, prevedendo l’Iva al 10% per i servizi di car sharing, ad esempio, accanto ad una e maggiore detraibilità e deducibilità per le vetture aziendali elettriche».

Il mondo del noleggio dunque conta una flotta di oltre 1,2 milioni di veicoli composta da modelli Euro6, oltre ad ibridi ed elettrici, che fa leva su emissioni ridotte rispetto al circolante. Un elemento non secondario visto che le incertezze del mercato e della

transizione energetica generano comunque una scarsa propensione all’acquisto e un ulteriore invecchiamento del parco auto circolanti, con, nei primi 5 mesi del 2023, l’aumento della media delle emissioni di inquinanti, salita, rispetto al 2022, da 118,5 gr/km a 120,3 gr/km.

In questo contesto, in cui le produzioni provenienti dal Far East e dell’Est Europa sono destinate a conquistare un peso maggiore – «Il vento dell’Est soffia sull’automotive» è il titolo dello studio presentato – la filiera automotive italiana va incontro a cambiamenti importanti rispetto ai quali la dimensione delle aziende e la mancanza di campioni nazionali rappresentano un fattore critico. «Nei prossimi anni assisteremo a una crescita significativa dei costruttori dell’Est Europa e dell’Asia, in grado di produrre auto a costi più competitivi, soprattutto per i segmenti piccoli e delle urban car. La filiera italiana deve allora investire sulle nuove tecnologie, anche ricorrendo ad operazioni di Merger and Acquisition, favorendo dunque il consolidamento» spiega Gianluca Di Loreto, Partner di Bain & Company.

fonte Sole24ore